sabato 30 aprile 2011

SEL a Città di Castello propone impianti fotovoltaici sugli impianti sportivi: perché no?



Torraca, Viadana, Grosseto, Vicenza, Campello sul Clitunno.... Sono Comuni dove gli impianti natatori hanno raggiunto l'autosufficienza energetica dotandosi di impianti fotovoltaici e illuminazione a tecnologia led. 
Ad esempio il Comune di Torraca ha sostituito l'impianto di illuminazione pubblica con impianti a tecnologia LED:
 -L'impianto fa risparmiare il 65% dei consumi energetici
 -Riduce del 50% i costi di manutenzione -Elimina l'inquinamento luminoso del 90% 
-funziona a 24V risolvendo i problemi di sicurezza degli impianti 
Per un risparmio annuo di 24.000 euro l'anno inoltre nel 2007 ha realizzato 4 impianti fotovoltaici per un totale di 63.000 kW/anno che provvedono al fabbisogno energetico Comunale e al fabbisogno di una piscina olimpionica Comunale per un risparmio di 144.000 euro l'anno. Questi impianti oltre ad abbattere le immissioni di CO2 garantiscono un notevole risparmio economico a beneficio del Comune e del Cittadino, qualsiasi grande impianto sportivo potrebbe essere dotato di questa tecnologia dai Campi da Tennis allo Stadio al Palazzetto dello Sport consentendo abbattimento dei costi di Gestione. 
Noi facciamo nostre queste idee di innovazione e le proponiamo alla città. Minori costi sono guadagni che il comune di Città di Castello potrebbe reinvestire nel patrimonio sportivo dei nostri ragazzi intervenendo laddove le famiglie abbiano difficoltà. Poiché lo sport in quanto tale deve essere accessibile a tutti. 
Simone Cumbo Candidato Sindaco SEL Città di Castello 
Di Buono Tommaso Candidato Lista SEL per Simone Cumbo Sindaco


Su Torraca: http://www.comuneditorraca.it/pagine_innovazione/led.html

GUERRA DI LIBIA PARTE II: «Gheddafi reagirà ai raid italiani, potrebbe colpirci come nell'86»

Intervista allo storico del colonialismo Angelo Del Boca

Allo storico del colonialismo italiano Angelo Del Boca abbiamo rivolto alcune domande nel giorno della prima missione di bombardamento aerea italiana sulla Libia, a cento anni dalla prima guerra libica dell'Italia.

La guerra «sviluppo naturale» della risoluzione Onu 1973. Con la politica che non si divide se bombardare o meno ma su quale coalizione o sostegno bipartsian sosterrà la guerra. All'ombra del presidente Napolitano. Dimenticando i crimini del colonialismo italiano...



Noi avevamo più d'una possibilità di uscire da questa guerra che richiama le nostre responsabilità storiche. Come ha fatto la Germania. Almeno per tre motivi : la nostra Costituzione che all'articolo 11 ripudia la guerra e noi invece la stiamo facendo; il secondo è che noi abbiamo avuto un rapporto coloniale con questo paese che ha causato almeno 100mila morti; il terzo è che abbiamo fatto un trattato solo due anni fa, proprio a Bengasi, di amicizia e di cooperazione. Che può essere accantonato soltanto se le due parti sono d'accordo. È così vero che che perfino gli insorti di Bengasi lo vogliono rispettare. Ma il motivo che mi angoscia di più è quello dei nostri crimini di guerra, nascosti dietro la dichiarazione che ora faremo «solo raid mirati». Lo promette il governo, lochiede il Pd. Per il quale non voterò più.

Quali crimini di guerra abbiamo commesso in LIbia, che consiglierebbero di astenersi da un altro intervento armato?

Abbiamo costruito in Cirenaica 15 campi di concentramento dove abbiamo internato, dopo averle deportate, 100mila persone e di queste 40mila sono morte di stenti. Abbiamo torturato, bombardato con agenti chimici, impiccato centinaia di oppositiori, esiliandone altre migliaia. Siamo stati in guerra permanente dal 1911 al 1934, con stragi e bagni di sangue. A ottobre è il centenario della prima guerra libica italiana. Ma anche Napolitano se n'è dimenticato. Trovo incredibile che il presidente della Repubblica, così sensibile alla Costituzione, antifascista e che dovrebbe essere anti colonialista, abbia dato il suo alto parere positivo. Sono sconvolto. Anche dal fatto che solo due mesi fa Gheddafi era il nostro principale alleato, invitato quattro volte in Italia, osannato per le sue «virtù» e perché ne abbiamo ricavato per decenni un terzo dei prodotti petroliferi che ci servivano. Lo abbiamo riempito di armi, le stesse che ora bombardiamo. Scompare la politica e l'Italia fa una figura meschina.

Ora che l'Italia comincia a bombardare la Libia, secondo te Gheddafi reagirà contro l'Italia?

Io penso che può anche reagire perché lo aveva già annunciato, l'aveva detto in un paio di discorsi che la posizione dell'Italia lo scoraggiava e lo innervosiva. In uno poi addirittura aveva minacciato l'Italia per quello che faceva prima, quando veniva con i suoi aerei solo a «visitare» le coste della Libia ancora senza sganciareto bombe, adesso che invece hanno sganciato bombe, bhè immagino che il suo risentimento sarà totale. Non mi stupirei che lanciasse per la seconda volta qualche missile come ha fatto l'altra volta nell'86 contro Lampedusa.

Tommaso Di Francesco
Fonte: www.ilmanifesto.it
29.04.2011

FESTE RELIGIOSE E LAICHE: STESSA DIGNITà DA TUTELARE

Regione Toscana
ROSSI SUL LAVORO FESTIVO: “LANCIAMO UNA SFIDA POLITICA E CULTURALE”
"Si è costruita una ideologia per cui consumo e profitto stanno sopra il valore del lavoro e la dignità della persona. Una ideologia liberistica, economicista e profondamente egoista"
“I grandi cambiamenti non sono mai eventi. Se vogliamo ricostruire un ritmo adeguato tra lavoro e riposo , se vogliamo ridare valore al lavoro e dignità alla persona ci aspetta un cammino lungo. La Toscana farà la propria parte a cominciare dall’iniziativa di legge sul lavoro nei giorni festivi che presenteremo la prossima settimana”.

E’ quanto ha detto oggi il presidente Enrico Rossi intervenendo all’iniziativa “La festa non si vende” organizzata al Palazzo degli Affari di Firenze dalla Filcams-Cgil e conclusa dalla segretaria generale Susanna Camusso.

“Avenzeremo questo proposta – ha proseguito il presidente – anche se la normativa nazionale non ci lascia molti spazi. E lo faremo per dare un aiuto ai sindaci a governare il problema. Oggi ci vuole un vademecum per capire chi apre e chi chiude, e questo altera la libera concorrenza. Non c’è di peggio per un sindaco, che vedere il sindaco della località confinante rilasciere i permessi”.

“Ci vuole una regolamentazione, in primo luogo per quelle feste, religiose e laiche, che hanno un valore indentitario, che danno una idea di chi siamo. Pasqua e Natale sono feste sacre, e poi il primo maggio e il 25 aprile. Soprattutto abbiamo bisogno di far crescere una opinione tra la gente, di recuperare sul piano culturale. Si è costruita una ideologia per cui consumo e profitto stanno sopra il valore del lavoro e la dignità della persona. Una ideologia liberistica, economicista e profondamente egoista. Nel 1996 il referendum decretò che il 65% dei votanti era contrario alla liberalizzazione. Da allora c’è stato un forte regresso”.

Il presidente Rossi ha citato esperienze europee: “E da noi chi difende – ha proseguito – le buone tradizioni religiose e socialdemocratiche? Noi doabbiamo lanciare una sfida culturale su questo terreno. La scansione lavoro/riposo non fa male a nessuno e se ci sono regole certe non dan neggia nemmeno la grande distribuzione. Dal 2007 al 2009 il reddito delle nostre famiglie è calato di 1,3 punti. Se non c’è ripresa produttiva, se non c’è sviluppo e redistribuzione della ricchiezza è difficile che i consumi possano ripartire. Dobbiamo frenare questa rincorsa – ha concluso il presidente Rossi – fare della concertazione un fattore più cogente, non una mera consultazione, e soprattutto affrontare una battaglia politica e culturale per ridare valore al lavoro”.
29/04/2011 13.10
Regione Toscana

Rinnovabili/ Rometti: insoddisfatti dell’atteggiamento del governo

''Siamo profondamente insoddisfatti per l'atteggiamento del Governo che non ha voluto accogliere le osservazioni che le Regioni unitariamente avevano sottoposto all'esecutivo per migliorare il decreto sul fotovoltaico, e quindi, sempre all'unanimita', abbiamo formalizzato il nostro dissenso dando parere negativo in sede di Conferenza Stato-Regioni''. E' quanto afferma l'assessore regionale all'Ambiente, Silvano Rometti, presente oggi a Roma, sia alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni che, successivamente, a quella Stato-Regioni.
''In questa settimana - aggiunge l'assessore, in un comunicato della Regione - grazie alla proroga che come Regioni avevamo chiesto, abbiamo lavorato con grande impegno sia in sede tecnica, che politica, per definire una serie di emendamenti migliorativi del decreto approvato dal Governo, al fine di accogliere lo spirito della norma che tendeva, giustamente, ad impedire speculazioni, ma al tempo stesso, si e' cercato di evitare l'affossamento di un comparto di grande rilevanza economica e vitale anche in Umbria dove sono attive imprese che ora rischiano di veder compromessi i loro investimenti''.
''Cio' che soprattutto ha determinato il nostro parere negativo - prosegue Rometti - sta nel fatto che con il decreto ministeriale non vengono riconosciuti i diritti acquisiti nel caso di investimenti gia' avviati e, inoltre non viene accolta la proposta di attenuare nel tempo la diminuzione degli incentivi, che pure condividiamo in linea di principio. Inoltre, il dissenso delle Regioni e' stato anche manifestato rispetto al tetto stabilito dal ministero di incentivi all'anno, che impone un vincolo insormontabile anche per gli anni futuri senza tenere conto delle disponibilita' finanziarie possibili e dei potenziali investitori nel settore. A fronte di queste scelte del Governo nazionali le Regioni dovranno comunque impegnarsi a raggiungere il 20 per cento di produzione energetica da fonti rinnovabili entro il 2020''.
''Certo - continua l'assessore - con il Governo sono stati fatti passi in avanti per valorizzare impianti sulle coperture e, allo stesso modo, abbiamo avuto una risposta positiva per quanto riguarda le ristrutturazioni che comportino interventi di bonifica dall'amianto. Ma su altri punti il Governo ha dimostrato grande rigidita' e tutto cio' in un momento in cui si doveva puntare molto di piu' su forme di produzione dell'energia da fonti rinnovabili. In ogni caso - conclude Rometti - abbiamo detto al Governo che saremo disponibili a dare il nostro contributo nel prosieguo dell'iter del decreto''.

venerdì 29 aprile 2011

DIGIAMOLO!



Digiamolo: c'è un "ministro della guerra" (l'espressione è del leghista Calderoli) che in questi giorni di guerra gode come un bimbo che gioca coi soldatini. C'è un governo che fa coriandoli della nostra carta costituzionale, che porta il paese ad una guerra poco "umanitaria" e con una strategia non meglio definita. C'è la violazione evidente di un trattato d'amicizia con la Libia, redatto e sottoscritto forse un anno fa. C'è il disegno egemone di un paese vicino che vuol accaparrarsi il petrolio dell'italica colonia. C'è un'Unione Europea debole e confusa. Ci sono gli Stati Uniti che hanno perso la visione continentale che avevano (anche se poco chiara) fino a poco tempo fa e nonostante uno strano Nobel a quel presidente, danno il là ai bombardamenti su tripoli. C'è un alleato di governo che frena e fa fracasso. Ma, digiamolo, almeno uno al modo è contento. No, non vi dico chi è.
Però, digiamolo, starebbe proprio bene attaccato sotto i tornado che adesso fa decollare dalle basi italiane!

Welfare in mutande



Mutande stese su fili, portate in giro per la città fino alla Prefettura di Napoli, perchè "il settore del sociale è stato ridotto così". Protestano gli operatori del terzo settore, oggi a Napoli, riuniti nel comitato "Il welfare non è un lusso", in contemporanea con le manifestazioni di Roma e Genova. E in corteo i manifestanti hanno portato un cesto-regalo pieno di mutande che hanno consegnato in Prefettura affinchè "venga consegnato a Tremonti e Berlusconi che hanno lasciato in mutande operatori e fasce deboli".


Segue l'articolo di La Repubblica qui.


L'attacco al welfare del governo Berlusconi è fortissimo e rischia davvero di fare un vuoto totale: è giusta e chiara la provocatoria manifestazione di Napoli del Terzo Settore. Occorre, e dovrebbe farlo il centro sinistra, innanzitutto, ripensare lo stato sociale, che nel nuovo tempo, non può essere come quello sorto in Italia nel secondo dopoguerra. Ma non possiamo accettare il totel smantellamento di quel modello di garanzie sanitarie, culturale e sociali, che hanno permesso al paese di ri-costruirsi e svilupparsi, insieme. Insomma il modello liberista a zero-stato sociale non credo possa essere importato sic et simpliciter in Italia.
Oggi sventoliamo le mutande in piazza, ma domani (o meglio stasera) proviamo a parlare davvero di sussdiarietà.

giovedì 28 aprile 2011

28 aprile 2011: GIORNATA MONDIALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DELL'AMIANTO



Roma, 27 apr. - (Adnkronos) - E' fuorilegge da quasi vent'anni ma la sua presenza, anche nelle nostre case, è ancora molto alta e il rischio per la salute ancora attuale. L'amianto è nei tetti, nelle condutture, nei cassoni per la raccolta di acqua potabile, nelle canne fumarie o all'interno dei pavimenti vinilici e di mal d'amianto si continua a morire. A diciotto anni dalla legge 257 del 1992 che lo metteva al bando, l'amianto è ancora molto diffuso in Italia e tanti siti contaminati attendono di essere bonificati. A ricordarlo è la Legambiente alla vigilia della Giornata mondiale delle vittime dell'Amianto, per la Sicurezza e la salute che si celebra domani.
La stessa legge, ricorda l'associazione ambientalista, obbligava le Regioni ad adottare entro 180 giorni il Piano Regionale Amianto, un programma dettagliato per il censimento, la bonifica e lo smaltimento dei materiali contaminati. Ad oggi, secondo un rapporto di Legambiente, solo 13 Regioni hanno approvato un Piano Regionale per la bonifica. Ma anche quando il piano esiste, mancano le azioni che lo dovrebbero seguire, come la mappatura dei manufatti contaminati. Solo due regioni si sono poste una data entro cui completare la bonifica: la Lombardia nel 2016 e la Sardegna entro il 2023.
L'Italia è stata il secondo paese produttore europeo e tra i principali consumatori di amianto. Secondo le stime del Cnr e di Ispesl ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di amianto sparse per il territorio nazionale e un miliardo circa di metri quadri di coperture in eternit sui tetti. Un aiuto all'eliminazione della fibra killer era contenuto nel Conto Energia bloccato dal decreto Romani: per chi voleva sostituire tetti e coperture in eternit e amianto con pannelli solari fotovoltaici, le tariffe incentivanti del nuovo Conto Energia erano maggiorate del 10%. Ma il Governo ha bloccato tutto.
"Pochi sanno che gli incentivi al solare sono forse la prima speranza per liberarci dalle coperture in eternit in pochi anni. E' ora che il Governo metta fine alla farsa sugli incentivi bloccati dal decreto Romani" afferma Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente. "Non si facciano speculazioni sulla salute delle persone e si consenta davvero ai cittadini -cotinua Poggio- di accedere alle agevolazioni per eliminare la fibra killer da tetti e capannoni e scegliere i pannelli solari". L'eternit non rappresenta un rischio per la salute se rimane integro ma, sottolinea Legambiente, diventa pericoloso se è in cattivo stato di conservazione, usurato o rotto.
L'associazione ambientalista ricorda quindi che il direttore dell'Istituto Superiore per la Prevenzione (Ispesl), stima che l'amianto provochi circa 4000 decessi all'anno. Secondo il Registro Nazionale Mesioteliomi i più colpiti sono gli operai che lavorano la fibra, seguiti dai famigliari e dagli abitanti delle zone vicine ai grandi centri di pericolo, come Casale Monferrato. L'Agenzia dell'Oms per la ricerca sul cancro (Iarc) classifica l'amianto come sicuramente cancerogeno per l'uomo, capace di provocare tumori della pleura (mesoteliomi), del polmone, della laringe, dell'ovaio.
Inoltre lo Iarc ritiene probabile che l'amianto possa provocare anche tumori dell'apparato digerente (faringe, stomaco, colon). Non esiste un limite di concentrazione delle fibre al di sotto del quale l'amianto possa considerarsi innocuo. A basse concentrazioni il rischio è minore, ma non diventa mai zero.
La malattia, prosegue Legambiente, può manifestarsi anche quarant'anni dopo l'esposizione, per questo motivo gli epidemiologi prevedono che la mortalità per il più tipico dei tumori da amianto (mesoltelioma) aumenterà ancora, nonostante la proibizione al commercio, per raggiungere il picco all'incirca nel 2020.
"Per questi motivi Legambiente -continua Poggio- ha lanciato con la società AzzeroCO2 la campagna Eternit free, già partita con grande successo in molte provincie e regioni e presto anche a Milano e in Lombardia. Ci proponiamo insieme di salvare vite e di promuovere green economy, speriamo che il governo lo capisca e intervenga rapidamente per eliminare il tetto di potenza annuale per gli impianti installati sugli edifici e per introdurre un premio per la rimozione dell'eternit fisso e invariante accogliendo la proposta di Aper dei 5 eurocent/kWh".
Ma come difendersi da questo materiale-killer. L'amianto, afferma Legambiente, va ricercato negli edifici costruiti prima del 1992, anno della messa al bando del suo commercio. Gli organismi preposti ai controlli sono la Asl e l'Arpa. Il proprietario dell'immobile (in caso di condomini, l'amministratore) ha il dovere di segnalare alla Asl la presenza di amianto attraverso una scheda di censimento, in genere scaricabile dal sito Internet della Regione di appartenenza. Alcuni Comuni hanno avviato un proprio censimento utilizzando la medesima scheda inviata a tutti i cittadini.

Piano Energetico Nazionale?



A distanza di una settimana la svolta della politica energetica nazionale? Oppure il Ministro Romani non ha competenze? Oppure la politica energetica italiana è ballerina? O magari il governo parla con lingua biforcuta?
Intanto risparmiamo energia, che del domani non v'è certezza (con questo governo).
Ecco due interventi, entrambi presi da RAINEWS24

Berlusconi rilancia il nucleare

Nucleare, anzi; no, meglio le rinnovabili

Roma, 26-04-2011
Il nucleare e' il futuro del mondo. Soprattutto e' "un destino ineluttabile". Ma la tragedia giapponese ha spaventato molti italiani. Cosi' si e' reso necessario evitare il referendum, optando per una breve moratoria, perche' lo 'stop' arrivato dalle urne sarebbe stato troppo lungo. Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, al termine del vertice italo-francese, spiega senza difficolta' al suo 'omologo' d'oltralpe Nicolas Sarkozy, come siano andate davvero le cose in Italia sul fronte dell'energia atomica. Ma non appena la spiegazione del premier viene rilanciata da Tv e agenzie di stampa, l'opposizione insorge gridando all' 'imbroglio", alla "truffa" al "bluff".
E che la moratoria sia solo una breve parentesi che consentira' di tornare a insistere sul nucleare il piu' presto possibile ("tra un anno o due" quando si ragionera' a mente piu' fredda anche sulla centrale di Fukushima) lo dimostra il fatto, sottolineato da Berlusconi nel suo intervento, che l'Enel e l'Edf stiano continuando a lavorare insieme soprattutto "per quanto riguarda la formazione" del personale. Se i cittadini dovessero venire scippati davvero del referendum, commenta sarcastico il segretario del Pd Pierluigi Bersani, non ci sarebbe che un modo per evitare l'opzione nucleare in Italia: liberarsi di Berlusconi attraverso le amministrative.

Roma, 19-04-2011

"E' adesso importante andare avanti e guardare al futuro, impiegando le migliori tecnologie disponibili sul mercato per la produzione di energia pulita, in particolar modo per quanto riguarda il comparto delle rinnovabili e dell'energia verde".
Lo afferma il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, dopo lo stop alla realizzazione delle centrali nucleari, sottolineando l'intenzione del governo di "presentare al piu' presto, nell'ambito della Conferenza per l'Energia che convocheremo subito dopo l'estate, una nuova strategia energetica che rafforzi e potenzi il sistema produttivo ed energetico italiano per il prossimo ventennio".
 L'emendamento presentato oggi, spiega Romani in una nota, "consentira' al governo di accelerare sulla presentazione di una nuova strategia energetica nazionale, a cui stiamo gia' lavorando con forte impegno".
L'obiettivo e' quello di "individuare le nuove misure necessarie per garantire la sicurezza e la diversificazione dell'approvvigionamento energetico, per potenziare lo sviluppo delle infrastrutture e per sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo di questo settore cosi' importante per il nostro Paese".
In questo senso, prosegue il ministro, "la decisione di abrogare i dispositivi di legge sulla realizzazione di impianti nucleari e' perfettamente in linea con le strategie assunte da grandi Paesi come Germania, Stati Uniti, Giappone, Russia che, alla luce del disastro di Fukushima, stanno riprogrammando le proprie strategie.
Scelte cosi' importanti per il nostro futuro - conclude - non possono essere fatte sulla base di ondate emotive o di strumentalizzazioni politiche. Bisogna invece procedere sulla base di linee razionali, forti e condivise anche a livello comunitario".

mercoledì 27 aprile 2011

La truffa del referendum nucleare: dal blog di Beppe Grillo

Le parole pronunciate ieri da un vecchio pazzo segnano il confine tra la fine della democrazia in Italia e la sua, pur fioca, sopravvivenza:
"Siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare è il futuro per tutto il mondo. La moratoria è servita per avere il tempo che la situazione giapponese si chiarisca e nel giro di 1-2 anni l'opinione pubblica sia abbastanza consapevole da tornare al nucleare, l'accadimento giapponese a seguito anche di sondaggi che abitualmente facciamo ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini, se fossimo andati oggi a quel referendum, il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire". Il governo "responsabilmente ha ritenuto di introdurre questa moratoria per far sì che si chiarisca la situazione e che, magari, dopo un anno, forse due anni, si possa ritornare ad avere un'opinione pubblica consapevole della necessità di tornare all'energia nucleare, i molti contratti stipulati non vengono abrogati (tra EDF e Enel, ndr), stiamo continuando e decidendo di mandare avanti molti settori di questi contratti come quelli relativi alla formazione”.
In queste parole c'è il totale disprezzo del cittadino, della volontà popolare.
La Cassazione deve pronunciarsi sul referendum contro il nucleare. Il Governo ha ritirato la legge per la costruzione delle nuove centrali per riproporla tra un anno (parole pubbliche del capo del Governo) nella speranza che il disastro di Fukushima venga dimenticato. E', come capirebbe anche un bambino di cinque anni, una presa per il culo. L'Ufficio centrale della Cassazione, presieduta da Capotosti, deve decidere se il referendum si terrà ugualmente. Se lo cancellerà sarà complice.
L'articolo 39 della legge 352/1970 prevede "se prima della data dello svolgimento del referendum, la legge, o l'atto avente forza di legge, o le singole disposizioni di essi cui il referendum si riferisce, siano stati abrogati, l'Ufficio centrale per il referendum dichiara che le operazioni relative non hanno più corso".
Qui, come è chiaro, non si vuole abrogare nulla, solo far passare il tempo. E' una tecnica mafiosa: "Quannu tira u ventu fatti canna!" (quando soffia il vento fatti canna) di un governo nuclearista e di un'opposizione collusa che ha Veronesi come testimonial (ex senatore del Pdmenoelle) e che ha fatto fallire l'accorpamento delle elezioni amministrative con i referendum con le sue assenze in aula (10 Pdmenolelle, 2 Idv). La Cassazione è di fronte a un bivio. O con i cittadini, o con un corruttore piduista e i suoi lacchè. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

www.beppegrillo.it

PD 5 MAGGIO: LAVORO E SVILUPPO ECONOMICO

PD: INCONTRI SU LAVORO, SVILUPPO ECONOMICO ED ENERGIE ALTERNATIVE

martedì 26 aprile 2011

L'Italia bombarderà la Libia


Finalmente anche gli aerei italiani potranno sganciare bombe sulla Libia. In fondo la Libia l'abbiamo creata noi italiani: prima c'erano la Tripolitania e la Cirenaica, poi il nostro fascistissimo generale Rodolfo Graziani, raccolse quei territori con il nome Libia, come aveva fatto l'Imperatore Diocleziano, 1500 anni prima. 
Avremo ben il diritto di sganciare due bombette in testa al feroce dittatore Gheddafi, no?


Questo è il blog del PD di San Giustino, e la linea del PD nazionale è quella della responsabilità (???) e dell'ossequioso rispetto delle decisioni ONU, ma ritengo moralmente necessario segnalare che questa duplice scelta è del tutto sbagliata: è stato un errore fornire appoggio alla manovra di guerra per "fini umanitari" fatta qualche settimana fa e ha poco senso ora chiedere al governo di tornare in parlamento per discutere se sganciare o non sganciare bombe su Tripoli, essendo questo il naturale passo successivo.


Quali potrebbero essere le conseguenze di questa scelta? Non sono uno studioso di geopolitica e poco conosco del diritto internazionale, ma secondo me non si tratta di 4 petardi. Segnalo l'articolo La guerra di Libia, un altro Vietnam a cura di Maurizio d'Orlando su Asianews, che offre più d'uno spunto di riflessione.


Per ora esprimo il mio disappunto e, almeno per oggi, sono con Calderoli.

Sciame sismico in Alta Valle del Tevere: Riscontri dallo studio dei precursori sismici elettromagnetici dell'A.R.I-R.E.

La stazione di monitoraggio dei precursori sismici elettromagnetici che L’A.R.I.-R.E. Associazione Radioamatori Italiani-Radiocomunicazioni di Emergenza, sezione di Città di Castello, ha impiantato, grazie ai proventi derivanti dal 5 per mille, presso la sala operativa delle comunicazioni di emergenza del C.O.C. alla cittadella delle Emergenze di Città di Castello, ha registrato nella giornata antecedente la scossa di magnitudo 3,3 che si è verificata alle ore 09:19 del 24 aprile, una forte attività di emissione di radiazioni elettromagnetiche che sono state classificate come precursori sismici.

Queste emissioni hanno iniziato a comparire a partire dalla prima mattinata del giorno 23 aprile e si sono protratte fino alle ore 12:00 circa , dopodiché la situazione è ritornata nella normalità. La sperimentazione dei precursori fino ad oggi effettuata ha fatto rientrare l’ evento sismico entro un lasso di tempo successivo all’ emissione dei precursori che va da un minimo di 2-4 ore ad un massimo di 24-36 ore, ed il terremoto “previsto” di magnitudo superiore al terzo grado della scala Richter. La scossa più forte, quella delle 09:19 del 24 aprile rientra quindi a pieno titolo nella casistica di possibili previsioni di eventi sismici in zona. L’ Associazione Radioamatori Italiani ricorda e sottolinea che si tratta di pura sperimentazione e si è ancora lontani dalla certezza di poter in qualche modo prevedere terremoti, ma i risultati ottenuti fino ad oggi fanno sperare di essere quantomeno sulla buona strada. La rete dei precursori conta 30 stazioni di rilevamento nel territorio italiano, una delle quali proprio nella nostra città. Il monitoraggio è partito dopo la certezza, scientificamente provata da studi fatti presso la facoltà di fisica dell’ Università di Padova, che le rocce a struttura cristallina emettano, nel frantumarsi, sollecitate dalle fortissime compressioni di faglia, e prima che il terremoto si verifichi, emissioni radio a bassissima frequenza e grandissima lunghezza d’ onda, rilevabili solo nelle vicinanze dell’ epicentro. La casistica fino ad oggi ci offre un riscontro di circa il 70-80% di veridicità causa effetto precursore-sisma, ma rimane comunque un buon inizio sul quale continuare ad investire ricerca. I radioamatori della sezione di Città di Castello dell’ ARI-RE Radiocomunicazioni di Emergenza continueranno il monitoraggio dei precursori, utilizzando i fondi derivanti dal 5 per mille. Chi volesse sostenere questa ricerca doni il suo 5 per mille all’ Associazione Radioamatori Italiani, sezione di Città di Castello codice fiscale 90012490547.

http://www.primopianonotizie.com

Nucleare: anniversario e nozze d'argento con Chernobyl

Oggi Fukushima 25 anni fa Chernobyl

Le tragedie nucleari scuotono il mondo Mentre in Giappone la terra trema ancora e non si arrestano le fughe di materiale radioattivo, in tutta Europa sono previste manifestazioni anti-nucleare per ricordare come gli anni trascorsi tra i due disastri "siano passati invano" “Ci dicevano che dopo Chernobyl non avremmo avuto mai più tragedie nucleari e oggi, invece, a 25 anni di distanza, le immagini che arrivano da Fukushima sono la prova che nessuna promessa sulla sicurezza dell’atomo è credibile”. Mentre in Giappone la terra trema ancora, domani si celebra l’anniversario del disatro atomico del 1986 nella centrale ucraina. E i comitati anti nuclearisti di tutta Europa annunciano manifestazioni, per chiedere ai governi di rinunciare all’energia atomica affinché tragedie come quelle di Chernoby e Fukushima, considerate dagli esperti le più gravi della storia mondiale, non accadano “mai più”.

Più di un mese fa, l’11 marzo, il terremoto e il conseguente tsunami danneggiavano la centrale nucleare nipponica, provocando una fuga radioattiva pericolosa quanto quella ucraina di 25 anni prima. Ancora oggi, la crisi in Giappone non è rientrata. Continuano le scosse di assestamento nel Paese, come quella di magnitudo 5 che ieri alle 18 ora locale – le 11 italiane – ha fatto scuotere la prefettura di Ibaraki. Il sisma, avvertito anche a Tokio, non ha però provocato danni ed è stato escluso l’allarme tsunami. Ma a tremare in Giappone non sono solo gli edifici. La produzione delle case automobilistiche del sol levante Toyota, Nissan e Honda è diminuita di oltre la metà rispetto allo stesso mese del 2010, a causa dei danni del sisma subiti dai loro fornitori nel nord est del Paese. Oggi, inoltre, sono iniziate le operazioni di recupero dei corpi delle migliaia di persone che risultano disperse dal giorno del terremoto. Squadre di emergenza sono entrate nella zona off limits intorno alla centrale di Fukushima per recuperare anche il bestiame da settimane lasciato nell’area contaminata dalle radizioni dopo l’evacuazione degli abitanti. Una fuga pericolosa per la salute e per l’ambiente, che il governo nipponico sta tentanto di arginare, finora senza risultati. Secondo quanto ha anticipato Sumio Mabuchi, consigliere speciale del premier Naoto Kan per la gestione della crisi di Fukushima, l’ultima ipotesi è quella di costruire una barriera sotterranea intorno allo stabilimento per bloccare la diffusione delle sostanze radioattive nel suolo e nelle falde acquifere.

Ma le misure di emergenza non accontentano le migliaia di manifestanti previste per domani in diverse città europee. Il 25esimo anniversario del disastro di Chernobyl sarà l’occasione per chi protesta per ricordare quanto sia pericoloso affidarsi all’energia atomica, che “come drammaticamente dimostrano queste due sciagure, non è la soluzione”, sostengono i comitati anti-nucleare. Per domani a Roma sono previsti due sit-in: prima davanti all’ambasciata giapponese, per poi spostarsi davanti alla sede di quella ucraina. Tra le proteste organizzate nel resto di Europa, si parla già di quella organizzata sul ‘Pont de l’Europe‘, il ponte girevole sul fiume Reno che collega la città francese di Strasburgo, in Alsazia, con quella tedesca di Kehl, nel Nord Reno Westfalia. Gli attivisti vogliono fare capire come “questi 25 anni siano passati invano”, annunciano.

ilfatto.it

lunedì 25 aprile 2011

25 aprile e non solo: intervista a Giorgio Bocca

Giorgio Bocca a ruota libera su giornali, politica e...
di Gabriella Colarusso

Giorgio Bocca è uno che non fa prigionieri. Dell'Italia di oggi, il Partigiano orfano di rivoluzione, non salva niente e nessuno. Non il ministro delle Riforme Umberto Bossi, di cui pure è stato ammiratore: «Un cantastorie». Non la sinistra, che «non esiste più». E neppure la Costituzione: «Credo più nel Vangelo, mi sembra più commovente, più umano, più vero».
Il suo nemico numero uno resta il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che «ha trasformato questo Paese in una democrazia sudamericanana guidata da un manipolo di ladri e di corrotti».
Ma il grande vecchio del giornalismo italiano, che nel 1976 fu tra i fondatori del quotidiano La Repubblica, ce l'ha anche con il suo giornale: «Non si può andare avanti per 20 pagine con Berlusconi e le sue amanti. Che me ne frega se a lui piacciono le puttane. Il troppo stroppia», dice seduto nella penombra della sua elegante casa al centro di Milano, con un vecchio pc di fronte e centinaia di libri intorno, così tanti che sembra che il Novecento stia lì a guardarti, severo e polveroso, tutto stipato in quegli scaffali che sovrastano ogni cosa: i quadri, i tappeti, il gatto, finanche il silenzio.
NOVANTA ANNI, MILLE VITE E CONTRADDIZIONI. Novanta anni, corrosivo e testardo come ne avesse 30, mille vite vissute e altrettante contraddizioni - è stato fascista, azionista, partigiano, innamorato di Berlusconi e suo acerrimo avversario, affascinato dal primo Bossi e disgustato dalla Lega, italianissimo nella sua passione per il cibo buono, le donne, il vino, e ferocemente anti-italiano - Bocca è un pessimista cronico che non fa sconti a nessuno, nemici e amici. A partire da Roberto Saviano, che non gli sta simpatico. Ma ne ha anche per il governo, per il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, per il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

DOMANDA. Bocca, non bisognava fare la guerra in Libia?
RISPOSTA. È un intervento assolutamente privo di senso e, vorrei dire, di onore. Due Paesi, la Francia e l'Inghilterra, che si mettono a fare una guerra di tipo coloniale a un povero tiranno africano fanno ridere.
D. Tiranno sì, ma povero proprio no.
R. C'è una tale disparità di mezzi: due Stati che hanno l'atomica contro Gehddafi che è uno spelacchiato.
D. Ma la guerra c'era già.
R. Lui è un bandito, ma la guerra ai banditi non si chiama guerra: è un'altra cosa. Anche mio nonno quando c'è stata l'Unità d'Italia è andato a dare la caccia ai banditi del Sud, ma non era una guerra.
D. Gheddafi avrebbe massacrato la popolazione di Bengasi se non fossero intervenuti gli alleati.
R. Gheddafi era il legittimo tiranno della Libia. Ha costruito una dittatura che durava da 30 anni, non so perchè lui non fosse autorizzato a fare il dittatore come lo sono altri 30 o 40 despoti nel mondo.
D. Perchè il suo popolo si è ribellato.
R. Ah vabbè, questo fatto che i popoli abbiano il diritto di ribellarsi è un'invenzione attuale, non è mica detto.
D. Lo dice proprio lei che ha fatto la Resistenza?
R. Possono farlo, ma a loro rischio. Si sono ribellati, adesso vediamo se hanno la forza di vincere.
D. Se non fossero intervenuti gli alleati neanche voi partigiani avreste vinto contro i fascisti.
R. Ma quando mai nel mondo si è intervenuti per dare man forte ai deboli? Di casi come la Libia ce ne sono 100. Perchè non andiamo ad aiutare i ribelli del Paraguay, quelli turchi o quelli indiani?
D. Rossana Rossanda, qualche tempo fa... (Bocca sobbalza sulla sedia).
R. Bella quella lì, pericolosa.
D. Perchè?
R. Intellettuale di sinistra, molto intelligente, di fascino.
D. Rossanda ha scritto ai suoi compagni de Il Manifesto per chiedere una parola chiara contro Gheddafi. La sinistra ha qualche problema a condannare il Colonnello?
R. È tutta l'Africa così, non è che ci siano dei governanti democratici liberali e poi dei cattivi come Gheddafi.Sono tutti autoritari, è solo questione di rapporti di forza. Francia e Inghilterra sono intervenute in Libia per portar via il petrolio agli italiani.
D. E l'Italia allora che ci fa a Tripoli?
R. Berlusconi è un amico di Gheddafi a sarebbe stato volentieri dalla sua parte, ma per salvare la faccia in Europa fingiamo di fare la guerra, con otto aeroplani che non volano mai. Una commedia ridicola.
D. Non era giusto sostenere un popolo che combatte per la libertà?
R. Cercarsi una grana in Libia è una cosa inutile. Non possiamo risolvere tutti i problemi dei Paesi arretrati del mondo. Non si sa perchè facciamo la guerra per i ribelli di Bengasi e non la facciamo per liberare la Cina.
D. Allora, perché abbiamo sostenuto i ribelli libici?
R. È talmente chiaro che ci sono degli interessi precisi in gioco: prendersi il petrolio libico, che è il migliore che c'è al mondo.
D. Tra la Libia di Obama e l'Iraq di Bush c'è differenza?
R. È la stessa politica imperialista. Gli americani e Obama vogliono far capire al mondo che comandano anche nel Mediterraneo.
D. La sinistra liberal, che scendeva in piazza contro George W. Bush, ha fortemente appoggiato la guerra in Libia.
R. Sono abbastanza miopi da non vedere che è un intervento di interessi e non di ideali. A Obama non importa un fico secco della democrazia libica.
D. Esiste una guerra giusta?
R. La guerra partigiana. Noi combattevamo per la nostra libertà.
D. I ribelli libici non sono partigiani?
R. Mah...partigiani libici...non ci credo tanto.
D. Perchè?
R. Mi sembrano dei brutti ceffi. Non so se sono dei ragazzi che vogliono la libertà o se sono dei giovani che hanno solo voglia di contare un po' di più nel loro paese. Sospendo il giudizio, li conosco troppo poco.
D. Non crede che siano dei democratici?
R. Quando i livelli civili di un Paese sono così bassi ci credo poco. E il livello civile dei libici mi sembra del tutto simile a quello di Gheddafi. Tirannelli che cercano potere. Un po' come in Italia.
D. Siamo messi come la Libia?
R. La democrazia italiana è completamente fallita.
D. Addirittura?
R. C'è un premier che compra i deputati e si vanta di avere di nuovo una maggioranza. Siamo davvero all'infimo grado, alla democrazia sudamericana.
D. La guerra partigiana ha fallito?
R. La guerra partigiana è stata un piccolo miracolo in Italia. Per 30 anni è riuscita a dare al paese una spinta veramente democratica che però si è estinta e ormai siamo ritornati al punto di partenza. Siamo un paese fascista mascherato da democrazia.
Il giornalista che sfida Berlusconi

D. Bocca ma come fa lei, che il fascismo l'ha vissuto davvero sulla propria pelle, a dire che oggi siamo tornati allo stesso punto?
R. Che il fascismo fosse peggio di adesso è chiaro, all'epoca ti mettevano in prigione, ti mandavano al confino, i giornali non c'erano.
D. Qualche passo avanti allora l'abbiamo fatto.
R. Sì, ma al potere c'è ancora questa classe borghese corrotta. Un manipolo di ladri e di porci. La definizione migliore l'ha data la moglie di Berlusconi quando l'ha dipinto come un maiale.
D. Possibile che lei non salvi niente di questo ventennio berlusconiano?
R. La magistratura, che si sta battendo bene.
D. Il resto?
R. È marcio. Le persone per bene, civili, in questo momento non contano niente.
D. In 20 anni Berlusconi non ha mai fatto una sola cosa che lei condivida?
R. Io sono stato con Berlusconi per anni, ho lavorato insieme con lui a Canale 5 e lo trovo anche molto simpatico, divertente. La sera suonava il campanello, si autoinvitava e veniva a mangiare a casa nostra. Se uno era ammalato lo aiutava.
D. Non sembra così cattivo come lo ritraggono.
R. Ma non sa nulla di che cos'è la democrazia, si comporta come un piccolo ras.
D. Come andavano le vostre cene?
R. Raccontava le sue barzellette idiote. Una volta avevo scritto un articolo in cui dicevo che era un piccolo borghese con complessi di inferiorità.
D. E lui?
R. Si presentò sull'uscio di casa e disse: «Sono qui in punta di piedi per vincere i miei complessi di inferiorità». (Ride) È autoironico, un cialtrone, simpatico come sono anche i malviventi.
D. Un po' le piace?
R. È gentile e spiritoso, finchè conviene alla sua figura di personaggio pubblico. Se poi qualcuno si mette di traverso al suo potere lo liquida senza pietà. Dietro Berlusconi c'è una profonda illiberalità.
D. Ci spieghi.
R. Per capire l'uomo, basta prendere Il Giornale: diffamazione dalla prima all'ultima riga. Lui gli avversari li diffama tutti regolarmente, ha ragione Saviano.
D. Anche lei fan di Saviano?
R. Mi sta sui coglioni, però è bravo. È un esibizionista, un attore, si mette lì, con la barba lunga. È uno che recita il suo personaggio, gli piace fare il carbonaro, il perseguitato.
D. Non lo è davvero?
R. Adesso non più, non fa altro che andare in giro a fare conferenze.
D. Non crede alle minacce nei suoi confronti?
R. Nella mafia ci sono i cretini. E qualche cretino mafioso lo ha minacciato.
D. Al di là del personaggio, cosa le piace di Saviano?
R. Tutto sommato è un uomo di coraggio, che la pelle l'ha rischiata, poi è un uomo molto intelligente. Ha i suoi difetti, che sono i difetti tipici degli intellettuali, quello di credersi i salvatori del mondo.
D. Lei invece?
R. Appartengo a una generazione di giornalisti che quello che dice Saviano l'ha scritto per anni e nessuno ha mai detto che noi eravamo degli eroi. Facevamo il nostro mestiere.
D. Perchè Saviano ha tanto seguito?
R. La risposta è semplice: è uno che scrive bene. A me i suoi libri danno noia perchè sono barocchi, con una sovrabbondanza di aggettivi, ho cominciato a leggere questo libro «A napoli ci sono i cinesi che uccidono...».
D. Parla di Gomorra?
R. È un po' come Malaparte, che scriveva molto bene di robe atroci su Napoli.
D. Insomma è bravo o no questo Saviano?
R. È bravo a modo suo. Io sono piemontese e lui napoletano, questa è la differenza. Io concepisco la Resistenza alla maniera di Giustizia e libertà e del Partito d'azione.
D. Cioè?
R. Una formazione di intellettuali che avevano senso del pudore e della misura. Questi qui sono degli attori. Come anche l'altro, come si chiama, Fa...Fa...Faz...
D. Fabio Fazio?
R. Un altro che recita. È un amico lui, è anche bravo, ma perchè deve fare tutte quelle facce finte? Quando finge stupore con la sua attrice dicendo «aahhh' non parlar male dei potenti», ma cos'è?
Squilla il telefono. Bocca risponde e riattacca subito. «È una donna triste che vuole compagnia. C'è della gente talmente sola al mondo che telefona anche a me».
D. La Lega sarà contenta di sentirla parlare male di Saviano.
R. I leghisti sono il peggio del peggio. Basta guardare Bossi in faccia. È veramente il personaggio che mi ha sbalordito di più al mondo.
D. Perchè?
R. Lo intervistai all'inizio della sua ascesa politica e mi parlava di Craxi come del Leviatano: «È venuto Craxi, io con la spada gli ho inflitto un colpo...». Raccontava di aver avuto un combattimento epico con il leader socialista, il mostro che aveva ucciso.
D. Lei però l'ha votato.
R. In segno di riconoscenza, la Lega ci stava liberando da Craxi e dalla Dc.
D. Invece?
R. Bossi è un mitomane, uno che con le parole e l'affabulazione è riuscito a costruirisi una fama internazionale, un cantastorie. La madre, che io conosco, non riusciva a capire come avesse fatto il figlio a diventare famoso. Diceva: dorme sempre, è un pelandrone, non ha mai fatto niente.
D. Asor Rosa, in un editoriale sul Manifesto, ha invocato lo stato di Polizia per mandare a casa Berlusconi. Che ne pensa?
R. Mi sembra che dicesse quello che dico io.
D. Blocchiamo le Camere con la forza?
R. Dovremmo avere il coraggio di farlo. Non di invocare uno stato di polizia, ma di avere una reazione, in questo stato di discredito generale della democrazia. La politica ogni tanto ha bisogno di gesti di forza. Bisognerebbe fare una rivoluzione che non abbiamo il coraggio di fare.
D. Anche violenta?
R. La violenza nella vita sociale è necessaria.
D. E la sovranità popolare? Berlusconi è stato eletto.
R. Quello che conta sono le minoranze intellettuali, ad esse è affidata la buona democrazia. Durante la guerra partigiana noi di Giustizia e libertà avevamo un sommo disprezzo per i garibaldini e per i comunisti, dei trinariciuti. Eravamo una minoranza di intellettuali, eravamo per Cavour, non per Robespierre.
D. Non è grave che intellettuali di sinistra arrivino a chiamare in causa la polizia contro Berlusconi?
R. È la storia dell'umanità che è così. Vuole dire che le rivoluzioni non sono necessarie?
D. Siamo in una democrazia. Si vota.
R. Ma quale democrazia! Non fai in tempo a prendere il giornale che uno ha rubato, l'altro ha rubato, tutti hanno rubato. Che democrazia è questa?
D. A chi allude?
R. Per esempio al prefetto Ferrigno che si portava a letto le donne. Uno che dovrebbe incarnare il senso dello Stato approfitta del suo potere per sedurre delle poverette. Ci sono dei periodi di marciume sociale, nella storia delle democrazie, che vanno interrotti col fuoco e con le fiamme. Io non ho certamente voglia di fare la rivoluzione, ma ho capito nei venti mesi di guerra partigiana che se non sparavamo noi non sparava nessuno.
D. Crede davvero che la “rivoluzione” sia una strada politica percorribile nel 2011?
R. Non percorribile, unicum et necessario. Qui stiamo affondando nel consumismo. La guerra partigiana l'abbiamo fatta una volta e avremmo dovuto farla altre volte. Mao in fondo aveva ragione sulla rivoluzione continua.
D. In che senso?
R. Questi processi devono continuare. Io parto dall'idea di un pessimismo totale sull'uomo, che è una creatura infame con tutti i suoi vizi e desideri ignobili. Per dettare delle regole c'è bisogno di qualcosa di severo e di forte.
D. Un regime?
R. No, una morale.
D. Ma l'etica non si conquista con la forza.
R. Anche con la forza. Punire i ladri è un esempio.
D. Mettiamo anche che avvenga quello che chiede Asor Rosa. Servirebbe a creare una nuova etica pubblica?
R. No, ma se venisse mi farebbe piacere.
D. A cosa servirebbe allora?
R. A mandare via Berlusconi.
D. Una vendetta?
R. Sono 20 anni che copre di fango l'Italia, bisogna mandarlo via.
D. Con gli strumenti della politica, del consenso popolare, no?
R. Il consenso popolare...Ci vuole la forza. In politica ogni tanto occorre la forza, senza non ti muovi.
D. Ai suoi nipoti spiegherebbe che la politica non serve a nulla?
R. Bisogna essere realisti, quando a un certo punto sei nel pantano devi venirne fuori. Non puoi stare lì a discutere.
D. E i milioni di italiani che votano Berlusconi?
R. Votano uno che racconta barzellette laide e sostiene che Ruby sia una parente di Mubarak. Non solo.
D. Cosa?
R. Convince 300 deputati della Repubblica a dire la stessa cosa. E 300 deputati fingono di credere a questa balla ridicola.
D. Non crede che questo discorso abbia fatto più male che bene alla sinistra?
R. Me ne frego di cosa fa la sinistra.
Il malessere della sinistra

D. Lei è un maestro per la sinistra.
R. Il livello morale, civile, etico del Paese non è mai stato così basso.
D. Anche dell'opposizione?
R. Berlusconizzati anche loro. Sono lì che manovrano per avere gli stessi vantaggi e benefici che il tiranno può dargli.
D. D'Alema, Veltroni, tutti dei piccoli Silvio?
R. Non faccio il moralista, dico solo che la sinistra in Italia praticamente non esiste più. Cosa fanno? Non c'è più opposizione. Berlusconi l'ha annullata. La politica ormai è tutta basata sui soldi.
D. Era così anche nella prima Repubblica?
R. Nella prima Repubblica c'era una lotta politica vera tra i comunisti e i democristiani.
D. Non è che allora non si rubasse.
R. Ma la politica era fatta anche di idee. C'erano i progetti sindacali, si lottava per cambiare le condizioni di lavoro nelle fabbriche, per far progredire la povera gente.
D. Adesso?
R. Assolutamente nulla. Quale lotta sociale c'è in Italia? Ci sono delle manifestazioni ridicole. Ogni tanto vedi alla tivù un centinaio di persone vestite da pagliacci che manifestano contro qualcuno.
D. Questa sinistra non ha idee?
R. Non gliene faccio una colpa, perchè nella vita ci sono dei periodi di seria lotta politica e altri di ipocrisia e mefreghismo. Noi siamo nel secondo.
D. Speranze all'orizzonte? Che ne pensa di Matteo Renzi?
R. Insopportabile, mi sembra un furbetto, l'anti-partito d'azione per eccellenza.
D. È solo antipatia o c'è anche una valutazione politica?
R. Condanno il suo modo di essere italiano.
D. Saviano potrebbe essere un leader per il centrosinistra?
R. No, perchè anche lui è un primo della classe. Ma qualcuno bravo nel Pd c'è. Anche D'Alema.
D. Le piace D'Alema?
R. No assolutamente, è antipatico, ma è uno che ragiona. Bersani è un brav'uomo, ma è un po' un retore. Anche la Bindi è una brava politica.
D. E Veltroni?
R. È bravo, non capisco perchè sia stato silurato, era il meglio del paniere. Il più ragionevole, il più civile. Lo preferisco a D'Alema, che è un po' un ragioniere della politica.
D. Veltroni è stato tra i primi a criticare Asor Rosa e le “tentazioni golpiste” di certa sinistra.
R. Parlare di rivoluzione nella sinistra italiana è diventato un peccato mortale. Una sinistra che ha paura della rivoluzione, che la respinge come mezzo politico di avanzamento, roba da pazzi. È veramente vergognoso.
D. Tutto pur di liberarsi del Cav. Anche la rivoluzione...
R. È un perverso che conosce i vizi e le perversioni degli italiani e li usa benissimo. A volte lo ascolti e ti domandi: ma perchè dice delle stronzate così? Perchè ha capito che piacciono alla gente.
D. Lei dice che l'opposizione a Berlusoni non esiste. E Di Pietro?
R. L'ho difeso quando è stato attaccato, ma lui ha un carattere autoritario, è un piccolo duce, non è un democratico.
Il Vangelo meglio della Costituzione

D. Cosa pensa delle proposte di modifica della Costituzione, l'articolo 1, l'articolo 41, avanzate da alcuni esponenti del governo?
R. Le costituzioni sono tutte nobili anche nella loro ipocrisia.
D. Ipocrite?
R. Si perchè non vengono osservate.
D. Mi sembra di capire che ci sono dei punti di frizione tra Bocca e la “sacra” Carta.
R. Ce ne sono parecchi. Della Costituzione italiana me ne frego. A me importa la costituzione morale. Credo di più al Vangelo che non alla Carta.
D. Questa è una notizia.
R. Mi sembra più convincente perchè nel Vangelo c'è qualcosa di divino che nelle costituzioni liberali non c'è.
D. Crede in Dio?
R. No perchè non l'ho mai incontrato. Possibile che questo Dio così potente non abbia mai trovato il tempo di manifestarsi?
D. E allora cos'è questo divino cui si riferisce?
R. Quello che vorrei che ci fosse. Ma sono ancora alla ricerca. Il Vangelo mi sembra più commovente, più umano, più vero. Le costituzioni sono delle fabbriche ben congegnate, ma sono politiche, mentre il Vangelo è quello di cui gli uomini hanno più bisogno.
D. La nostra Costituzione va modificata?
R. No, va applicata.
D. Parliamo degli intellettuali, che lei tanto ama. Ce ne sono ancora in Italia?
R. Qualcuno si, Saviano non mi è simpatico, ma come intellettuale è stimabile.
D. Altri che stima?
R. Adriano Sofri.
D. Guarda la tivù?
R. Si, ma la massa di luoghi comuni che ti sommerge quando l'accendi è una cosa di cui non ti liberi. Un superconsumismo micidiale.
D. Che giornali legge?
R. Tutti, almeno sei o sette ogni mattina.
D. Il Fatto?
R. Sono tutti amici carissimi, ma io ho una concezione molto professionale del giornalismo: ci vuole ordine, chiarezza. Le notizie devono essere ordinate e serie. E invece anche Il Fatto è un giornale disordinato e anche un po' inattendibile.
D. Perché?
R. Molte notizie sono gonfiate.
D. Il giornale che apprezza di più?
R. Per molto tempo è stato Il Giorno. Italo Pietra non era un rivoluzionario, era un socialdemocratuco e un politico di professione. Per Enrico Mattei dirigeva tutte le politiche dell'Eni in Algeria, in Tunisia. Era un uomo pratico,ma il giornale era fatto bene, era un giornale di notizie.
D. E La Repubblica?
R. Non è che mi senta soddisfatto.
D. Perchè?
R. Perchè non si può andare avanti per venti pagine con Berlusconi e le amanti di Berlusconi. Le sembra giornalismo? Che me ne frega se a lui piacciono le puttane. Il troppo stroppia.
D. Che tipo è Ezio Mauro?
R. È un vero direttore, uno che si fa sentire molto. Vuol fare un giornale omogeneo a se stesso e ci riesce perchè è un uomo di potere intellettuale.
D. Scalfari?
R. Un direttore bravissimo, molto vanitoso.
D. Il Corriere?
R. Era un buon giornale, ma tutta la stampa sta diventando brutta, i quotidiani sembrano sempre più dei femminili: la pelle bella, il mangiare bene, il digerire bene.
D. Ferruccio de Bortoli?
R. Simpatico, se non avesse il vezzo di lisciarsi i capelli.
D. Mario Calabresi?
R. È un uomo in gamba. La Stampa mi piace, è il miglior giornale italiano al momento. E in genere, nei periodi difficili, è quello che si legge meglio: è sobrio, sceglie bene gli argomenti.
D. Cosa detesta della stampa di oggi?
R. I titoli spaccapietre, il giornalismo urlato.
D. Anche lei “urla” molto quando scrive.
R. Io sono impressionista, è un'altra cosa. Ho avuto una lunga polemica con la scuola dei perfezionisti come Corradi, Ghirotti, per i quali la precisione era tutto: «ah! Ma quanti erano dieci o dodici». Chi se ne frega. A me interessano le emozioni collettive.
D. Parliamo della stampa di destra. Il Giornale?
R. Non è giornalismo. Quando leggo Il Giornale penso: ma Berlusconi è uno ricco, supermiliardario, un uomo di spettacolo che sa cosa piace alla gente, possibile che faccia un giornale così brutto solo per togliersi la voglia di attaccare qualcuno?
D. Libero?
R. Non lo leggo mai.
D. Il Foglio?
R. Ottimo giornale. Più Ferrara è intellettuale fine, più col suo corpo diventa giornalisticamente violento. Per questo Berlusconi gli affida le campagne più spudorate.
D. Si riferisce alla battaglia contro i neopuritani?
R. Il salto nel cerchio di fuoco. Ah! per fortuna che ci sono i viziosi...
La ricetta della felicità: un po' di soldi

D. È felice Giorgio Bocca?
R. No. La vecchiaia è faticosa e poco divertente. L'unica cosa che mi piace sono i figli e la famiglia.
D. Sta spesso con i suoi nipoti?
R. Ho il ruolo più bello, sono quello ricco che fa i regali.
D. Racconta loro delle storie?
R. No, non ne ho voglia, è tutto scritto nei libri.
D. Un pensiero che le fa venire il sorriso?
R. Il cibo.
D. E l'amore?
R. Io sono uno che non si è mai innamorato nella vita.
D. Un partigiano senza cuore?
R. Per me la guerra partigiana è stata qualcosa di miracoloso perchè ho trovato lì i momenti di amore che non ho mai più vissuto. Contro l'oppressore si rischiava la vita e lo si faceva in cambio di niente. Era un amore disinteressato per la libertà.
D. E poi?
R. Tutto il resto della mia vita invece è sempre stato legato a moderati, ma seri interessi, di guadagno o di ambizione.
D. Ha amici?
R. Missoni, lo consoco da 30 anni, molto onesto, un vero amico.
D. Cosa le piace di lui?
R. L'estrema differenza tra noi. Lui è un bell'uomo, è un artista, fa le maglie, fa la moda, è un dalmata.
D. E lei invece com'è?
R. Ho molta autostima. Serve per resistere alle tentazioni della vita, alla stupidità. Berlusconi invece cede. Lui non è stupido, è anche intelligente, ma gli piace fare il cretino per piacere alla gente.
D. Ancora Berlusconi. È amore il suo.
R. Per me è stato un personaggio importantissimo. Mi ricordo che Scalfari diceva: Giorgio si è innamorato di Berlusconi. Adesso ha tirato giù la maschera, ma quando non faceva il politico era gentile, allegro.
D. Aveva ragione Scalfari?
R. Per parecchio tempo, nei miei articoli, ho difeso il berlusconismo televisivo, non politico.
D. Perché?
R. La televisione la sa fare. Una volta lessi dei suoi appunti sulla realizzazione di un programma, erano molto intelligenti: il tale deve vestirsi così, perchè la gente si aspetta di vederlo così. Era un ottimo regista. Umanamente, era molto ben mascherato perchè le cose gli andavano bene, aveva successo.
D. Qual è l'errore che ha fatto?
R. Entrare in politica. Allora è stato obbligato a mostrarsi per quello che è ed è difficile non vedere il fetente.
D. Non ha il merito, con le sue televisioni, di aver fatto crollare la divisione tra cultura alta e bassa?
R. Il difetto è proprio quello. Solo la cultura alta è importante, quella bassa non esiste. Ne sono convinto. Gli uomini vanno affidati a una aristocrazia. Il periodo storico che preferisco è l'illuminismo aristocratico.
D. Tornando a Giorgio Bocca. Difetti?
R. Evito le mie debolezze. Dal punto di vista morale sono un po' vigliacco, sono molto cattolico: la penitenza, la confessione. Sono un verme anche io, ho tutti i difetti dell'uomo. Sono avido, mi piace essere lodato, mi piacciono i soldi, mi piace vivere bene.
D. Cos'è viver bene per lei?
R. Avere una casa molto bella, come la mia, il cibo, il vino. Ho fatto una bella vita, sono sempre andato a sciare e sono sempre stato d'accordo con il mio corpo, è importante.
D. Come passa le sue giornate?
R. Ammazzo il tempo lavorando. Ho scritto 25 libri. Forse ho esagerato.
D. Non ama parlare di sé.
R. Non sono come Berlusconi, le mie vergogne le nascondo.
D. Ce ne dica una.
R. Ho fatto porcate anche io, ho parlato male degli amici.
D. Per esempio?
R. Per 10 anni alla Gazzetta del popolo, il direttore Massimo Caputo, di cui parlavo regolarmente male, mi ha fatto mangiare merda in un maniera... E anche dopo. Passai le giornate a dire che un altro direttore, Michele Serra, era un cretino, poi me ne vergognai. Lui era stato la mia fortuna, dalla Gazzetta del Popolo mi aveva chiamato all'Europeo. Ecco, il mio difetto è quello di parlar male. Sono critico certe volte senza pietà.
D. Anche con se stesso?
R. Dovrei essere più comprensivo dei difetti umani e anche dei miei. Brecht diceva che dietro la fondazione di ogni banca c'è un furto iniziale. Bè, qualche furto inziale l'ho fatto anche io.
D. Cioè?
R. Rubavo qualche soldo a mia sorella per andare a sciare. Anche io ero un debole, poi mi sono fatto forza e ho scoperto una cosa.
D. Cosa?
R. Che per essere onesti bisogna essere un po' ricchi.

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25 APRILE... LIBERTà A CARO PREZZO!

25 Aprile 1945

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio del torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.

Pietro Calamandrei

25 APRILE... fra passato, presente e futuro! LIBERTA'!

Aprile 1945

Ecco, la guerra è finita.
Si è fatto silenzio sull’Europa.
E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.
Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.
Come siamo felici.
A metà del pranzo la mamma si è messa improvvisamente a piangere per la gioia,
nessuno era più capace di andare avanti a parlare.
Che da stasera la gente ricominci a essere buona?
Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio,
tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano,
i più duri tipi dicono strane parole dimenticate.
Felicità su tutto il mondo è pace!
Infatti quante cose orribili passate per sempre.
Non udremo più misteriosi schianti nella notte
che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori
le case non saranno mai più cosi ‘ immobili e nere.
Non arriveranno più piccoli biglietti colorati con sentenze fatali,
Non più al davanzale per ore, mesi, anni, aspettando lui che ritorni.
Non più le Moire lanciate sul mondo a prendere uno
qua uno là senza preavviso, e sentirle perennemente nell'aria,
notte e dì, capricciose tiranne.
Non più, non più, ecco tutto;
Dio come siamo felici

D. Buzzati

Liberazione: un esercizio quotidiano.

Oggi è il 25 Aprile: la FESTA della Liberazione dalla dittatura e dall'occupazione nazista del suolo italiano.
E' giorno di Festa anche a San Giustino, ove saranno deposte le corone in memoria dei caduti nelle guerre mondiali. Da cattolico trovo interessante la sovrapposizione fra questa festività civile e la grande festa della Pasqua, celebrata ieri: Resurrezione e Liberazione.




Un anno fa il PD di San Giustino, Selci e Lama aveva celebrato il 25 Aprile con la proiezione del film-documentario "Nazirock", alla presenza del suo autore Claudio Lazzaro. Con preoccupazione dobbiamo dire che siamo stati buoni profeti: il contagio neo-nazista fra i giovani italiani continua a diffondersi. E' di questi giorni il dibattito attorno alla manifestazione musicale prevista per il 30 aprile a Sansepolcro. Bisogna mantenere la guardia alta nei confronti dell'ignoranza, della barbarie, della violenza che s'accompagna all'antropologia dell'estremismo di destra, della svastica dell'insulto alle forze dell'ordine.  Dispiace che non sia avvenuta una corale sollevazione contro simili iniziative da parte delle forze politiche locali: mi risulta che il solo Danilo Bianchi abbia condannato questa iniziativa. 




Un'altra notizia ha attraversato la coscienza civile nazionale alla vigilia di questa Festa di Liberazione: la scarcerazione del terrorista Pierluigi Concutelli, condannato per vari efferati omicidi, mai pentito e anzi piuttosto convinto di aver operato nel giusto, sparando e uccidendo nel nome di un estremismo fascistoide sgangherato e corrotto. Le sue precarie condizioni di salute hanno indotti i soliti giudici (ma non sono comunisti?) a rimetterlo in libertà. Concutelli è un maledetto assassino, così come i suoi compari di sinistra ex-brigatisti e compagnia bella. Non ha alcuna importanza se le scelte di costoro siano state improntate a un qualche tipo di ideologia. Le loro vittime infatti sono morte comunque. E non parliamo di corrotti rappresentanti dello Stato, del sistema, o di qualunque cosa volessero combattere questi fanatici. No. Parliamo di gente che faceva il suo dovere, il suo lavoro, spesso anche per stipendi da fame, come i tanti poliziotti morti nella lotta al terrorismo rosso e nero, come il magistrato Vittorio Occorsio.


C'è poi la polemica dei manifesti comparsi a Milano, in cui si accusa le procure della repubblica di essere occupare dalle BR. Tanti si sono indignati e preoccupati per la gravità del gesto. Altri stanno facendo giochini di bassa macelleria comunicativa per sfruttare comunque la visibilità che ne è derivata per l'oscuro candidato Lassini






Nel nome di Vittorio Occorsio e dei tanti caduti per la Patria, prima e dopo il 25 Aprile del 1945, festeggiamo la Liberazione d'Italia, nel 150° dall'Unità.

domenica 24 aprile 2011

ODG per le energie rinnovabili



I consiglieri Chiasserini e Rossi del gruppo Centrosinistra per San Giustino presentano al prossimo consiglio comunale di San Giustino un ODG sulle energie rinnovabili. Ecco il testo.


Oggetto: O.d.G. difendiamo le energie rinnovabili



Premesso che:
in data 7/3/2011 è stato firmato il decreto legislativo in attuazione della direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE;

che lo stesso decreto fissa una scadenza per gli incentivi alla realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte Fotovoltaica al 31.05.2011, che annulla rispetto al vigente Conto Energia del Luglio 2010 le scadenza programmate per il 31.08.2011 e 31.12.2011 sulle quali i Soggetti investitori (Pubblici e Privati) hanno già avviato i Piani Economico Finanziari per l’attivazione dei cantieri di costruzione e la conseguente attivazione degli ordini;

Considerato che:
tale data, artificiosamente imposta, con il pretesto di rimodulare gli incentivi previsti per le Fonti rinnovabili in generale e per il settore Fotovoltaico in particolare, lungi dal conferire efficacia al riordino del Settore, ha come immediata conseguenza lo stop a tutti i finanziamenti in essere ed il blocco totale di ingenti iniziative economiche venendo a mancare un quadro di riferimento certo per gli operatori;

in questo modo il danno che deriverà al Settore, dall'applicazione del testo di questo decreto senza alcuna modifica, è pesantissimo, sia per il comparto produttivo-industriale-occupazionale che si è sviluppato negli ultimi cinque anni (siamo a circa 150.000 addetti), sia per il sistema Italia in generale accrescendo la dipendenza energetica da un'impostazione centralistica guidata da realizzazioni di grosse centrali (fossili o nucleari) e quindi andando sostanzialmente nella direzione opposta rispetto alla Green Economy;

anche in Umbria di fronte alla notevole quantità di richieste in corso per l’autorizzazione di impianti fotovoltaici è naturale pensare che l’impatto del decreto governativo su questo settore in rapida crescita possa essere grave e distruttivo per molti progetti d’impresa;
il decreto attuativo delle direttive comunitarie in materia di “Promozione dell’uso delle energie da fonti rinnovabili” invece di assolvere alla funzione di stimolo e promozione del settore sta di fatto decretando un drastico arresto della sua dinamica evolutiva e del suo impatto sul sistema energetico e sull’economia del Paese;

si tratta di un forte atto politico da parte dell'attuale maggioranza, nascosto sotto un decreto tecnico, che in sostanza tende a rilanciare il nucleare, a bloccare le iniziative di autonomia energetico-ambientale a livello locale (regioni e province e comunità montane e comuni), favorisce il prosieguo di un mercato di approvvigionamento e distribuzione dell’energia imperniato esclusivamente sulle fonti fossili e colloca le residue speranze per lo sviluppo delle rinnovabili totalmente nelle mani di pochi gestori;

Considerato infine che nelle sue parti principali il decreto presenta seri motivi di dubbio di Costituzionalità e che questi da più parti sono già stati sollevati al Presidente della Repubblica.

SI INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA A:
  • sviluppare una forte iniziativa insieme con le altre Istituzioni Regionali e ai parlamentari umbri al fine di ottenere un immediato ritiro del decreto sopra citato da parte del Governo, lanciando una intensa fase di promozione e di sostegno alla produzione di energie da fonti rinnovabili;
  • insistere nelle attività di sviluppo delle energie dalle diverse fonti rinnovabili;
  • promuovere l'interazione pubblico/privato nella progettazione e realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, anche fornendo disponibilità di spazi comunali, fermo restando il rispetto del quadro architettonico-paesaggistico-ambientale del .

sabato 23 aprile 2011

Buona Pasqua

La Pasqua è festa di speranza, anche dove la speranza è poca. Ho assistito a qualche momento della prima diretta Tv del Papa che risponde a domande dei credenti. Mi ha colpito una risposta  data fra le altre. Ed ha colpito anche Massimo Gramellini che ne ha fatto un bell'articolo su La Stampa di oggi (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41). Con questa riflessione porgo i miei migliori auguri di Buona Pasqua  a tutti i lettori e i colleghi che scrivono su Spaziodemocratico.




Senza Copione
Chiunque preferisca gli umili agli infallibili sarà rimasto colpito dal dialogo televisivo fra il Papa e la bimba giapponese che gli chiedeva conto del terremoto. «Perché i bambini devono avere tanta tristezza?», domandava la piccola, dando fiato a un tarlo che non trova risposte nella ragione, ma solo in quella che le Chiese chiamano fede e gli psicanalisti junghiani intuizione. Il Papa avrebbe potuto rispondere come quel cattolico saputello e fanatico del Cnr, che a proposito dello tsunami aveva tirato in ballo il castigo di Dio. Invece se n’è uscito con un’ammissione di impotenza dotata di straordinaria potenza: «Non abbiamo le risposte.  Però un giorno potremo capire tutto». Per il niente che vale, la penso (anzi, la sento) come lui. Mi sono sempre immaginato la vita come un film di Woody Allen, dove gli attori recitano le scene senza che il regista mostri loro l’intero copione. Solo al termine delle riprese vengono ammessi in sala montaggio e finalmente comprendono il motivo per cui si erano baciati o presi a schiaffi.Per tutta la vita ci sentiamo sballottare da eventi che non afferriamo e siamo pervasi da un senso di inadeguatezza, come se ogni cosa sfuggisse al nostro controllo e il cinismo rappresentasse l’unico antidoto allo smarrimento. Ma appena diamo tregua al cervello e inneschiamo il cuore, sentiamo che tutto ciò che d’incomprensibile ci succede contiene un significato. E il fatto di trovarci al buio non significa che la stanza sia vuota, ma solo che bisogna aspettare che si accenda la luce.

BUONA PASQUA: 20 segnali di una prossima terribile crisi alimentare globale

Nel caso non l’aveste notato, il mondo è sull'orlo di un’orribile crisi alimentare globale. In un dato momento, tutto questo potrà riguardare tu e anche la tua famiglia. Potrebbe non avvenire oggi, e forse neanche domani, ma accadrà. Il tempo impazzito e i disastri naturali hanno sconvolto la produzione agricola in molte aree del globo negli ultimi due anni. Nel frattempo, i prezzi del petrolio hanno iniziato a impennarsi. L’intera economia globale è basata sulla possibilità di utilizzare enormi quantità di petrolio a basso costo per produrre economicamente il cibo e le altre merci, per poi trasportarli su vaste distanze.
Senza il petrolio a basso prezzo, i giochi cambiano. Il terreno arabile sta calando a tassi sconcertanti e i bacini acquiferi fondamentali di tutto il mondo vengono prosciugati a un ritmo folle. I prezzi mondiali del cibo hanno raggiunto i suoi massimi e continuano a salire in modo aggressivo. E allora cosa accadrà al nostro mondo quando centinaia di milioni di persone non riusciranno più a nutrirsi?....


La maggior parte degli Americani si è così assuefatta ai supermercati, da cui prelevano quantità industriali di cibo economico, che non riescono neppure a immaginare la vita che si incammina in un’altra direzione. Sfortunatamente, quell’epoca sta finendo. Ci sono tutte gli indizi possibili per capire che stiamo entrando in un’era dove non ci sarà abbastanza cibo per tutti. Quando la richiesta di cibo incrementa, i prezzi sono destinati a salire. E già ora stanno salendo. Diamo un’occhiata alle ragioni per cui un numero sempre maggiore di persone ritiene che un’imponente crisi alimentare sia all’orizzonte. Questi sono venti segnali che parlano di un’orribile crisi alimentare globale in arrivo…


#1 In base alla Banca Mondiale, 44 milioni di persone in tutto il mondo sono stati trascinati nella povertà estrema dallo scorso giugno a causa degli aumenti dei prezzi del cibo.

#2 Il mondo sta perdendo terreno coltivabile a un tasso eccezionale. Infatti, con le parole di Lester Brown, "un terzo della terra arabile del pianeta sta perdendo lo strato superficiale in modo più rapido di quanto non venga riformato dai processi naturali".

#3 A causa dei sussidi statunitensi all’etanolo, quasi un terzo del mais coltivato negli USA è utilizzato per la produzione di carburanti. Tutto ciò mette in forte tensione il prezzo granturco.

#4 A causa della mancanza d’acqua, alcuni paesi nel Medio Oriente sono obbligati a confidare quasi totalmente sulle importazioni dei generi alimentari basici. Ad esempio, è stato stimato che non ci sarà più produzione di farina in Arabia Saudita dal 2012.

#5 Le falde freatiche in tutto il globo stanno calando di livello ad un tasso preoccupante a causa del sovrapompaggio. In base ai dati della Banca Mondiale, ci sono 130 milioni di persone in Cina e 175 milioni in India che si sono potuti nutrire grazie a cereali coltivati con l’acqua pompata dai bacini idrici a un ritmo maggiore del suo ripristino naturale. Cosa succederà quando l’acqua si esaurirà?

#6 Negli Stati Uniti, il sistematico abbassamento del bacino acquifero dell’Ogallala trasformerà il granaio d’America in una conca polverosa.

#7 Malattie come la ruggine dello stelo UG99 si sta diffondendo a tassi sempre maggiori in vasti segmenti della catena alimentare mondiale.

#8 Lo tsunami e la conseguente crisi nucleare in Giappone hanno reso vaste aree agricole della nazione inutilizzabili. Infatti, ci sono molti che credono che una porzione significativa del Giappone settentrionale sarà dichiarata inabitabile. Senza considerare il fatto che molti sono convinti del fatto che l’economia giapponese, la terza più importante del mondo, è probabile che per questa ragione abbia un collasso.

#9 Il prezzo del petrolio potrebbe essere il fattore-chiave in questa lista. Il modo in cui si produce il cibo è totalmente dipendente dal petrolio. Il modo con cui trasportiamo il cibo è totalmente dipendente dal petrolio. Quando si hanno prezzi del petrolio in impennata, l’intera catena alimentare diventa molto più costosa. Se il prezzo del petrolio continuerà a rimanere alto, avremo prezzi delle derrate molto più alti e alcune modalità di produzione del cibo non avranno più possibilità di esistere.

#10 In un dato momento il mondo potrà aver a che fare con una seria penuria di fertilizzanti. In base agli studiosi del “Global Phosphorus Research Iniziative”, non avremo abbastanza fosforo per soddisfare le richieste degli agricoltori fra 30 o 40 anni.

#11 L’inflazione dei prezzi del cibo ha già devastato molte economie del pianeta. Ad esempio, l’India sta facendo i conti con un’inflazione su base annua dei prezzi alimentari del 18 per cento.

#12 In base alle Nazioni Unite, il prezzo globale del cibo ha raggiunto un nuovo massimo in febbraio.

#13 In base alla Banca Mondiale, il prezzo globale del cibo è aumentato del 36% negli ultimi dodici mesi.

#14 Il prezzo della farina è quasi raddoppiato dalla scorsa estate.

#15 Il prezzo del mais è quasi raddoppiato dalla scorsa estate.

#16 Il prezzo della soia è salito di circa il 50% dallo scorso giugno.

#17 Il prezzo del succo di arancia è raddoppiato dal 2009.

#18 Ci sono circa tre miliardi di persone nel pianeta che vivono con l’equivalente di due dollari al giorno, o anche meno, e il mondo è sulla soglia di un disastro economico che si potrà verificare prima della fine di quest’anno.

#19 Il 2011 è già ritenuto uno degli anni più pazzi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Le rivoluzioni che hanno sconvolto il Medio Oriente, gli Stati Uniti si sono precipitati nella guerra civile libica, l’Europa che vede davanti a sé un collasso finanziario e il dollaro statunitense in fin di vita: niente di tutto ciò può essere considerato una buona notizia per la produzione mondiale di cibo.

#20 Ci sono voci persistenti che avremo penurie da parte di qualche grande fornitore di cibo d’emergenza negli Stati Uniti. Ciò che segue è un estratto dal recente "allarme rosso" postato su Raiders News Network....


Guardati attorno. Leggi le notizie. Vedi come le più grandi fabbriche di cibo, di iodato di potassio e altri produttori di generi d’emergenza chiudono i loro negozi on-line e pubblicano informazioni, come quelle del sito ufficiale di Mountain House e di Thyrosafe, dove spiegano che, a causa della domanda soverchiante, per il momento chiudono i battenti, sperando di riaprire in futuro.


Cosa significa tutto ciò? Significa che manca poco tempo. Per anni, tante Cassandre hanno strillato e parlato di una crisi alimentare in procinto di verificarsi. Bene, arrivati a questo punto non dobbiamo allarmarci più di tanto. I prezzi del cibo sono iniziati a salire, ma la verità è che i nostri magazzini sono ancora ricolmi fino al soffitto di una gigantesca quantità di cibo spazzatura.

Comunque, bisogna essere proprio idioti per non aver visto i segnali premonitori. Basta guardare a cosa è successo in Giappone dopo l’11 di marzo. Gli scaffali dei negozi sono stati spazzolati quasi all’istante. Non avverrà oggi, e probabilmente non avverrà domani, ma una crisi alimentare da record ci colpirà pesantemente. Cosa farete, tu e la tua famiglia? Sarebbe bene cominciare a pensarci.

Alex Jones

Fonte: http://theeconomiccollapseblog.com
Link: http://theeconomiccollapseblog.com/archives/20-signs-that-a-horrific-global-food-crisis-is-coming
15.04.2011
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da SUPERVICE
Mentereale