lunedì 18 aprile 2011

Mattesini: 'Una legge contro il precariato in difesa dei giovani

Arezzo - Dichiarazione di Donella Mattesini: "Una stretta di mano: così nella maggioranza dei casi si chiudono gli stage. Un gesto simbolo della precarietà della vita dei giovani (e anche dei meno giovani) che affrontano questa esperienza con la speranza di trovare un lavoro che non arriva. E che nella sola realtà aretina sono circa 3.500 ogni anno.
Uno studio ISFOL evidenzia infatti che il 52,5% degli stage si sono chiusi con una stretta di mano; il 17,4% hanno avuto la proposta di proroga; poco più del 21% si è concluso con l’offerta di un posto di lavoro, che solo nel 2,3% dei casi era a tempo indeterminato.
A fronte di questa situazione il PD ha avviato la campagna “A precarietà zero” che si basa su una proposta di legge della quale sono una delle firmatarie. Ricordo le principali novità che essa introduce: viene normata la durata e vietata un’attività manuale e ripetitiva; si prevede un contratto scritto e un compenso sotto forma di borsa di studio non inferiore al 30% del salario riconosciuto alla mansione corrispondente alla formazione ricevuta e comunque non inferiore ai 400 euro mensili, oltre che il rimborso di alcuni servizi. Si richiedono, poi, limiti numerici alla presenza degli stagisti, parametrati sul numero complessivo dei dipendenti. Si propone, infine, che le attività di tirocinio, se sono svolte all’interno della formazione scolastica di secondo grado o dell’università, sono riconosciute come credito formativo.
E’ una proposta di legge che mira a contenere il fenomeno del precariato e a valorizzare stabilità e qualità dell’occupazione. Ricordo che nel biennio 2009-2010 il 76% delle assunzioni è stato fatto con contratti a tempo determinato. Questo vuol dire che ogni 4 lavoratori, 3 sono precari. Soltanto il 18,4% dei contratti di lavoro cessati nel biennio preso in considerazione è durato più di 1 anno e il tasso di disoccupazione giovanile è passato in dieci anni, dal 23 al 30%.
Davanti ad una situazione del genere ed alle devastanti conseguenze sul piano sociale, è difficile continuare a sostenere che il grande male dell’economia italiana è la rigidità del mercato del lavoro.
In reatà è vero il contrario.
La nostra proposta di legge disciplina l’attività di tirocinio formativo o stage e la pratica professionale. In Francia, Belgio, Irlanda e Svizzera la legge impone in salario minimo, mentre nel nostro Paese si può rimanere stagisti sino ad oltre 40 anni.
La mancanza di prospettive di lavoro in armonia con gli studi effettuati e l’impossibilità di inserirsi nel mercato del lavoro, se non che con contratti a tempo determinato, crea una forte instabilità per i giovani che a migliaia lasciano ogni anno il nostro Paese. Si calcola che sono circa 30.000 i giovani che ogni anno voltano le spalle all’Italia."

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