sabato 29 ottobre 2011

5 Novembre: festa di popolo in Piazza San Giovanni

L’appuntamento è per il 5 novembre a Roma in Piazza San Giovanni. “Un grande appuntamento pacifico, una grande festa di popolo, 'in nome del popolo italiano' per lanciare le proposte PD e per la ricostruzione democratica, sociale ed economica del Paese”, ha annunciato il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani.

Questi i numeri della manifestazione: quindici treni, una nave speciale, diversi centinaia di pullman da tutta Italia, e molti altri se ne aggiungeranno man mano che si avvicinerà la data della grande festa di piazza.

Sul palco democratico prenderanno la parola tra gli altri, i leader dei principali schieramenti progressisti in Europa: il candidato alle presidenziali francesi Francois Hollande e il segretario del Spd tedesco, Sigmar Gabriel, confermando il taglio europeo della manifestazione. Parteciperanno anche il leader dell'Idv Antonio Di Pietro e l'Associazione Articolo 21.
Ci saranno inoltre spazi per le famiglie, punti di attrazione per i bambini, spettacoli con diversi gruppi musicali. La manifestazione sarà una festa di popolo organizzata dal Parito per lanciare la proposta dell’alternativa al berlusconismo, della quale il PD sarà un imprescindibile pilastro.

“Dimostreremo con la nostra presenza che noi ci rivolgiamo non solo alla nostra gente ma a tutte le associazioni, le persone, i movimenti – ha aggiunto Bersani - il 5 novembre parleremo della ricostruzione dell'Italia, delle prospettive della democrazia, della possibilità di riprendere un cammino di crescita insomma daremo una parola di fiducia. Sento montare una grande voglia per questo appuntamento pacifico, di popolo. Sarà anche il nostro regalo a Roma, città Capitale che ha sempre accompagnato l'evoluzione democratica del Paese. Piazza San Giovanni - ha spiegato Bersani - sarà aperta non solo ai militanti del PD, ma a tutte le associazioni e a tutte le persone che vogliono manifestare anche non sotto le nostre bandiere".

L’appuntamento popolare si concluderà con l’intervento del Segretario nazionale del PD, Pier Luigi Bersani.

mercoledì 5 ottobre 2011

4 euro l'ora per morire!

I LUCIANO GALLINO
repubblica.it

Le hanno trovate abbracciate. Le quattro donne morte lunedì nel crollo della palazzina lavoravano in nero per pagare i mutui. E venivano pagate 4 euro l´ora. Ieri si è levato il monito di Napolitano: «È inaccettabile». La Procura di Trani ha aperto un´inchiesta per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Ma al momento non ci sono indagati.

Un edificio pieno di crepe, uno scantinato mal illuminato, mal aerato, senza uscite di sicurezza. Nel quale lavoravano una decina di donne, faticando fino a dieci ore al giorno. Però senza contratto di lavoro, e pagate 4 euro l´ora.

Nella foto tratta da Facebook tre delle vittime del crollo della palazzina di Barletta: in alto con la maglia turchese Antonella Zaza, con gli occhiali Giovanna Sardaro e in basso Matilde Doronzo (Ansa)

Di laboratori del genere ce ne sono decine solo a Barletta, che diventano migliaia se si guarda all´insieme del Mezzogiorno, e decine di migliaia se lo sguardo si allargasse mai al Centro e al Nord.

Di laboratori e officine e cantieri in nero è piena tutta l´Italia, lo era prima della crisi e lo è ancora di più adesso che la crisi morde tutti e dovunque. Non tutti hanno sulla testa mura che si sgretolano. Però le condizioni di lavoro crudeli, il lavoro in nero e le paghe da quattro euro o meno sono per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori l´esperienza di ogni giorno. Il sindaco di Barletta ha detto che non se la sente di attribuire alle persone alcuna responsabilità per le condizioni in cui avevano accettato di lavorare in nero entro quel laboratorio. E neanche alla famiglia dei titolari, che non firmavano contratti in regola, ma nel crollo hanno perso la giovanissima figlia. Dalle nostre parti, intendeva dire il sindaco, l´alternativa al lavoro nero è la disoccupazione e la fame (o l´ingresso nella truppa della criminalità). L´affermazione è politicamente poco opportuna. Il guaio – che è un guaio di tutti noi – è che il sindaco ha ragione. Fotografa una situazione. Il mercato del lavoro è stato lasciato marcire dai governi e dalle imprese in tutte le regioni d´Italia. La crisi ha accelerato il degrado, ma esso viene dall´interno del paese, non dall´esterno. Una intera generazione oppressa dalla precarietà lavora quando può, quando riesce a trovare uno straccio di occupazione. Stiamo uccidendo in essa la speranza.

Adesso milioni di italiani guarderanno i funerali di Barletta in tv, e molti proveranno una stretta al petto, e il giorno dopo torneranno al loro lavoro precario per legge, grazie alle riforme del mercato del lavoro, o precario perché del tutto in nero. Tuttavia qualcuno un po´ di vergogna potrebbe o dovrebbe pur provarla. Come può un paese in cui si vendono centinaia di migliaia di auto di lusso l´anno, in cui ci sono più negozi di moda che lampioni stradali, e milioni di famiglie hanno almeno due cellulari pro capite, permettere a sé stesso di lasciar morire sotto una casa malandata che crolla un gruppo di giovani donne che faticavano senza contratto per 4 euro l´ora? Le abbiamo costruite tutte noi, queste trappole fisicamente e giuridicamente infami, con le nostre scelte di vita, i nostri consumi, con lo squallore della nostra cultura politica e morale.