giovedì 14 aprile 2011

LA MODERNITA': Italia centrale, il posto fisso è quasi scomparso

Nel 2010 in Emilia, Toscana, Umbria e Marche appena il 13% di lavoratori è stato assunto a tempo indeterminato. Lo rivela il Sole24Ore che ha incrociato i dati degli osservatori regionali sull'occupazione. Siglati 1.7 milioni di contratti a termine


Il posto fisso è davvero un miraggio. Lo dicono i dati che il Sole24Ore, inserto Centronord, ha raccolto per 4 regioni, tra l'altro quelle storicamente considerate più politicamente a sinistra e forse per questo anche più tutelanti da un punto di vista sociale. E i dati dicono questo: nel 2010 nelle regioni di Marche, Toscana, Umbria ed Emilia Romagna soltanto 13 nuove assunzioni su 100 sono state effettuate con contratti a tempo indeterminato.

Tutto il resto è precariato, più o meno spinto. Il 46,9% delle assunzioni è a tempo determinato, mentre il restante 40% rientra nel variegato mondo dei contratti atipici (somministrazione, progetto, prestazioni occasionali, etc.). E pensare che appena nel 2007 la percentuale di contratti a tempo indeterminato era ben più alta, quasi il 21%, segno che la crisi occupazionale che sta ancora duramente attraversando il centro Italia, come il resto del Paese, ha prodotto anche questo ulteriore danno, un'ulteriore intensificazione della precarietà nel lavoro.


In termini assoluti, spiega ancora il Sole24Ore nell'articolo a firma di Mariangela Latella, i contratti fissi siglati nel 2010 nelle 4 regioni prese in esame sono stati appena 261mila su un totale di 1,9 milioni. Il che significa che sono stati siglati quasi 1,7 milioni di contratti a termine.

Tra le ragioni esaminate sono le Marche ad avere il primato di regione con la maggior quota di contratti non a tempo indeterminato (89,7%), ma è in Toscana che si trova la provincia che può vantare il picco di contratti a termine: è Siena con il 91,8% di avviamenti a termine. Nemmeno un nuovo assunto su dieci qui ha avuto il posto fisso.

rassegna.it

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