Grasso: "Vogliono far morire i procedimenti"
Il sottosegretario Gianni Letta: "Giornate affanose e amare".
Il voto finale previsto nella serata di domani. I deputati del Pd leggono la Costituzione a Montecitorio. Anm: "Irresponsabile denigrare i magistrati in piazza". Il procuratore antimafia: "Vogliono far morire il processo"
ROMA - Alla Camera via all'esame del ddl sul processo breve 1 con la norma che accorcia i tempi di prescrizione per gli incensurati che cancellerebbe il processo Mills in cui è imputato Silvio Berlusconi. Per tutta la giornata i parlamentari del Democratici hanno messo in scena una singolare forma di ostruzionismo, leggendo in Aula gli articoli della Costituzione. "Noi siamo e vogliamo essere il partito della Costituzione. Mi pare che oggi, qui in Parlamento, venga una ferita molto seria all'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Abbiamo voluto sottolinearlo", spiega il segretario Pier Luigi Bersani. Dal procuratore nazionale antimafia, invece, arriva un duro monito: "Vogliono far morire i processi".
La delicatezza della fase è tutta nei numeri. Oggi la maggioranza non è mai andata oltre i 310 voti: decisiva la presenza dei 13 ministri. E' per questo che domani il Consiglio dei ministri sarà "contingentato": è stato convocato a un orario insolito, le 14, così da svolgersi durante la pausa dei lavori parlamentari.
Il calendario. La Camera andrà avanti in seduta notturna dalle 21.30. Domani mattina i lavori riprenderanno alle 9.30 e si interromperanno alle 13.30. Alle 15 in aula è previsto il question time con i ministri, poi dalle 16 riprende l'esame del provvedimento fino alle dichiarazioni di voto e al voto finale, intorno alle 20.
L'ansia di Letta. Le ansie nella maggioranza alle prese con la strenua difesa di una delle leggi salva-premier si avvertono nelle parole con cui Gianni Letta ha deciso (una delle rare volte) di commentare il passaggio parlamentare: "Quella che si prospetta sarà una settimana incandescente e oggi è una giornata difficile. "Alle nostre solite responsabilità - aggiunge il sottosegretario - in questi giorni aggravate dalla guerra in Libia e dalla questione degli immigrati, si aggiungono queste giornate incerte, affannose e amare".
Il riferimento al dibattito è esplicito. Così come la preoccupazione nello stato maggiore del Pdl 6su possibili assenze strategiche di deputati da qui a domani sera, quando Montecitorio dovrebbe dare il via libera al provvedimento. E il gruppo parlamentare in vista del voto. Mario Mantovani, che insieme a Daniela Santanché ha organizzato le truppe azzurre davanti al Tribunale di Milano 7, ammette che "la situazione è difficile ma mercoledì andrà tutto bene. Anzi, molti dei nostri sono già partiti alla volta di Roma per essere presenti fin dal primo momento in Aula. Siamo convinti di arrivare fino in fondo nei tempi previsti".
Alfano difende il ddl. Per il ministro della Giustizia Angelino Alfano l'ostruzionismo delle opposizioni non ha fondamento nel merito del provvedimento. La "prescrizione breve", dice il Guardasigilli, contestata dall'opposizione nel dibattito parlamentare sul processo breve "incide in termini molto tenui solo sugli incensurati": quindi, secondo Alfano, "argomenti e modalità dell'ostruzionismo" utilizzati "legittimamente" dall'opposizione "hanno poco a che fare con il merito" della proposta di legge in discussione.
L'attacco di Grasso. 'Quella che vogliono farci passare come riforma della giustizia e' una riforma allo scopo di intimidire, bloccare e minacciare i magistrati, soprattutto i pubblici ministeri" dice Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia. Secondo Grasso, con la separazione delle carriere e il coordinamento della polizia giudiziaria ai magistrati, i magistrati "diventerebbero dei passacarte". Non solo: "La dizione di processo breve è impropria. E' un modo per far morire il processo, piuttosto che per trovare le eventuali responsabilità dei colpevoli o l'eventuale assoluzione di innocenti".
Anm: "Irresponsabile denigrare i magistratri". "L'appello alla "piazza", la denigrazione dei magistrati, il clima di crescente e organizzata ostilità, simbolicamente rappresentata davanti ai luoghi in cui ogni giorno migliaia di cittadini sono processati in nome della legge, costituiscono un irresponsabile atto di delegittimazione di un fondamentale potere dello Stato e un palese tentativo di turbare la serenità dei magistrati nell'esercizio delle loro funzioni". Lo sostiene l' Associazione nazionale magistrati che esprime perciò "vivo sconcerto e grande preoccupazione per quanto accaduto nei pressi del tribunale di Milano in concomitanza con la celebrazione di un processo nei confronti del Presidente del Consiglio".
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