Intervista allo storico del colonialismo Angelo Del Boca
Allo storico del colonialismo italiano Angelo Del Boca abbiamo rivolto alcune domande nel giorno della prima missione di bombardamento aerea italiana sulla Libia, a cento anni dalla prima guerra libica dell'Italia.
La guerra «sviluppo naturale» della risoluzione Onu 1973. Con la politica che non si divide se bombardare o meno ma su quale coalizione o sostegno bipartsian sosterrà la guerra. All'ombra del presidente Napolitano. Dimenticando i crimini del colonialismo italiano...
Noi avevamo più d'una possibilità di uscire da questa guerra che richiama le nostre responsabilità storiche. Come ha fatto la Germania. Almeno per tre motivi : la nostra Costituzione che all'articolo 11 ripudia la guerra e noi invece la stiamo facendo; il secondo è che noi abbiamo avuto un rapporto coloniale con questo paese che ha causato almeno 100mila morti; il terzo è che abbiamo fatto un trattato solo due anni fa, proprio a Bengasi, di amicizia e di cooperazione. Che può essere accantonato soltanto se le due parti sono d'accordo. È così vero che che perfino gli insorti di Bengasi lo vogliono rispettare. Ma il motivo che mi angoscia di più è quello dei nostri crimini di guerra, nascosti dietro la dichiarazione che ora faremo «solo raid mirati». Lo promette il governo, lochiede il Pd. Per il quale non voterò più.
Quali crimini di guerra abbiamo commesso in LIbia, che consiglierebbero di astenersi da un altro intervento armato?
Abbiamo costruito in Cirenaica 15 campi di concentramento dove abbiamo internato, dopo averle deportate, 100mila persone e di queste 40mila sono morte di stenti. Abbiamo torturato, bombardato con agenti chimici, impiccato centinaia di oppositiori, esiliandone altre migliaia. Siamo stati in guerra permanente dal 1911 al 1934, con stragi e bagni di sangue. A ottobre è il centenario della prima guerra libica italiana. Ma anche Napolitano se n'è dimenticato. Trovo incredibile che il presidente della Repubblica, così sensibile alla Costituzione, antifascista e che dovrebbe essere anti colonialista, abbia dato il suo alto parere positivo. Sono sconvolto. Anche dal fatto che solo due mesi fa Gheddafi era il nostro principale alleato, invitato quattro volte in Italia, osannato per le sue «virtù» e perché ne abbiamo ricavato per decenni un terzo dei prodotti petroliferi che ci servivano. Lo abbiamo riempito di armi, le stesse che ora bombardiamo. Scompare la politica e l'Italia fa una figura meschina.
Ora che l'Italia comincia a bombardare la Libia, secondo te Gheddafi reagirà contro l'Italia?
Io penso che può anche reagire perché lo aveva già annunciato, l'aveva detto in un paio di discorsi che la posizione dell'Italia lo scoraggiava e lo innervosiva. In uno poi addirittura aveva minacciato l'Italia per quello che faceva prima, quando veniva con i suoi aerei solo a «visitare» le coste della Libia ancora senza sganciareto bombe, adesso che invece hanno sganciato bombe, bhè immagino che il suo risentimento sarà totale. Non mi stupirei che lanciasse per la seconda volta qualche missile come ha fatto l'altra volta nell'86 contro Lampedusa.
Tommaso Di Francesco
Fonte: www.ilmanifesto.it
29.04.2011
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