Documento congressuale



Documento congressuale
(testo aperto al contributo del dibattito congressuale)

Il Paese soffre una evidente crisi democratica, crisi di fiducia e di legittimazione delle forze politiche e delle istituzioni democratiche. Si sommano, da un lato segnali preoccupanti di disaffezione e sfiducia (in particolare espressi dai giovani) nei confronti dei partiti e delle istituzioni, dall’altro l’arroganza del potere di Berlusconi e del suo governo. Questo sta minando i fondamenti della nostra ossatura democratica.

Oltre a ciò, le trasformazioni sociali, le lacerazioni prodotte della crisi economica e il fiorire della società multiculturale pongono in primo piano il bisogno di una politica capace di affrontare una grande battaglia culturale, che nasca dalla riflessione sul bene comune, indispensabile per contrastare quel fenomeno chiamato “Berlusconismo” che si è radicato con sempre maggiore forza, sino a conquistare l’egemonia culturale del Paese.

In Italia, come nel resto del mondo, la destra ha costruito il suo pensiero politico sull’idea di un liberismo selvaggio, con la vana speranza di un mercato autoregolato collassata fragorosamente con l’esplodere della crisi economica.

Nella nostra società i cambiamenti socio demografici e l’emergere di nuovi bisogni richiedono una profonda riforma del sistema di coesione sociale e ci aprono alla sfida della sostenibilità di un welfare universale.
Come dare risposte appropriate a tutti in ragione del bisogno ma con un sistema economicamente sostenibile perché finanziato dalla fiscalità generale, quindi da tutti in ragione del proprio reddito.

Per affrontare queste difficili sfide c’è bisogno di un partito moderno e riformista, che sia in grado di mettere in campo le forze migliori e che si ponga come alternativa credibile a livello nazionale nonché come forza di governo nei territori amministrati.
Le ultime tornate elettorali, assieme agli ultimi sondaggi, ci dicono che c’è ancora tanto da fare per rispondere a tutte quelle aspettative suscitate dalla nascita del Partito Democratico.

La situazione è difficile e va analizzata per quello che è, senza nasconderci le difficoltà e i punti critici, ma con la consapevolezza che l’unica alternativa seria si costruisce attorno al PD. Per fare questo il partito deve aprirsi senza avere paura del confronto con movimenti, istanze e diverse sensibilità.

Il PD deve rimarcare il suo ruolo di leader nel centrosinistra, punto di riferimento e di aggregazione, capace di confrontarsi sui contenuti e di favorire la partecipazione, puntando senza timore su di una maggiore apertura alle domande della società e dando risposte ispirate a valori di libertà, giustizia e solidarietà. Questo deve essere uno dei caratteri fondamentali del partito e deve vivere nei processi decisionali ad ogni livello.
In questo contesto il nostro congresso comunale ci dà una grande opportunità, quella di ripartire, gettando le basi per aprire, anche a San Giustino, una nuova fase di partecipazione e ascolto degli attori socio-economici e culturali del territorio, siano essi imprese, associazioni o singoli cittadini.
L’intento è quello di gettare le basi, iniziando un percorso partecipato atto a costruire il paese che vogliamo, dove i servizi, l’attenzione ai più deboli, l’integrazione e l’aggregazione vadano a migliorare la qualità della vita.
La San Giustino del futuro non può prescindere dalla discussione di tematiche importanti e fondamentali quali:

GIOVANI: la maggior parte dei giovani lavoratori oggi sono disoccupati o, quando va bene, precari, anche nel nostro territorio. Una generazione di giovani precari che ha difficoltà ad affermarsi e a progettare il proprio futuro, vittima di un forte disagio socio-economico. Investire nelle future generazioni, ridare voce ai giovani - come da manifesto dei valori del PD - è essenziale, perché sono loro a porre quella domanda di valorizzazione dei talenti e delle energie.
Innovazione, giovani e sapere sono tre parole che devono stare alle fondamenta del nostro progetto.

AMBIENTE E TERRITORIO: la sostenibilità ambientale deve diventare un punto fondamentale nella valutazione delle scelte presenti e future. Nello specifico, occorre valutare e discutere sulle opportunità date dalle energie alternative e rinnovabili; la green economy come sviluppo economico del territorio: stimolare e accrescere i sistemi di raccolta differenziata, promuovere e divulgare la sensibilità ambientale, specie nelle generazioni future, salvaguardare e mantenere il territorio attraverso politiche urbanistiche sostenibili.

SVILUPPO ECONOMICO E LAVORO: un progetto di governo deve trovare nuove sintesi, tenendo in considerazione i diritti dei lavoratori e le necessità delle imprese che operano nel territorio e generano ricchezza e lavoro. Per uscire dalla crisi non basta dire che dopo il mondo non sarà più quello di prima ma bisogna vedere dove sta il futuro e dove sta il passato.
Nella società della conoscenza, quella in cui abitiamo, la centralità delle persone dovrebbe essere l’elemento chiave del successo. Le risorse umane sono da sempre la chiave di sviluppo delle nostre comunità; basti pensare alla storia - e al radicamento - del movimento cooperativo e alla diffusione della piccola e media impresa. Pertanto dev’essere chiaro come gli investimenti in formazione siano investimenti per un futuro di maggiori opportunità e di migliore qualità del lavoro, entrambi imprescindibile per garantire ricchezza e benessere per il territorio.

INFRASTRUTTURE: questo tema è centrale per un territorio come il nostro, scarsamente collegato con il resto del paese. Occorre puntare sulle infrastrutture già in itinere, come la conclusione dei lavori relativi alla E78, e le potenzialità offerte dalla piastra logistica. Un grande passo in avanti potrebbe essere il prolungamento della nostra FCU sino ad Arezzo, perché garantirebbe una maggiore capillarità dei collegamenti.

SERVIZI: riconoscere e valorizzare in tanti aspetti della vita collettiva il principio della sussidiarietà, che valorizza la capacità di organizzarsi secondo modalità diversificate. Solo così possiamo affrontare meglio i pressanti problemi e le nuove esigenze, senza perder d’occhio l’equilibrio dei conti. Far sì che il privato diventi attore e non semplice comparsa nella gestione di una funzione pubblica.

FAMIGLIA: se la nostra società non è ancora crollata sotto i colpi della crisi, il merito lo si deve a quest’antica istituzione. Le famiglie oggi come ieri sono le destinatarie e le protagoniste delle politiche sociali. Esse vanno incoraggiate con adeguati strumenti di sostegno pubblico, con particolare attenzione a quelle con figli.

SICUREZZA: una parola troppe volte uscita dalla bocca di gente che vede in essa soltanto un motivo di chiusura e paure. Sicurezza, deve significare rispetto delle regole, per tutti. La questione va affrontata con il controllo del territorio, integrando gli strumenti di politica sociale con il lavoro della polizia amministrativa.

POLITICA D’AMBITO: maggiore integrazione territoriale, non solo intraregionale ma anche extra, in modo da ricercare un assetto istituzionale che garantisca innovazione delle politiche di area vasta anche oltre quelle legate all’organizzazione dei servizi al cittadino: politiche per le imprese, viabilità e infrastrutture. San Giustino, porta dell’Umbria, non può che giocare un ruolo di primo piano.


NOI

La politica è organizzazione di persone e di idee: rendiamola attraente e rappresentativa, così che la qualità delle nostre proposte non potrà che migliorare.
Il PD è un partito riformista costituito per affermare la libertà e l’uguaglianza di tutti i cittadini attraverso un’idea di politica sobria e appassionata. In noi è forte la convinzione che chi si occupa della cosa pubblica, a qualsiasi livello, non possa in alcun modo rinunciare ai principi di trasparenza, legalità e valorizzazione delle competenze, interpretando così la politica come servizio alla collettività.
Come già detto, è necessario essere tutti protagonisti di una svolta, che ci porti ad aprire il partito alla società, vivo fra la gente e non rinchiuso nelle proprie stanze. Un partito che viva nei luoghi di formazione, lavoro, produzione culturale e svago, che non si spaventi del nuovo e che si confronti con le varie sensibilità.


Rapporto tra Partito e Amministrazione

L’ azione e l’impegno giornaliero di ns. amministratori nel comune ed in provincia dovrebbe essere sostenuto e conosciuto meglio, questo del rapporto tra partito e amministrazione è una carenza che dobbiamo colmare.
Negli enti locali come il nostro, dove il PD è investito di responsabilità di governo, occorre stabilire un corretto ed efficace rapporto tra il Partito e l’Amministrazione. Entrambi, nel rispetto delle rispettive funzioni, devono essere capaci di impegnare le loro migliori energie nella discussione delle tematiche che riguardano il territorio.

Dove sono in gioco interessi collettivi e scelte strategiche (urbanistiche, economiche, sociali…) il PD deve essere in grado di discuterne in tempo utile per far conoscere agli amministratori il proprio orientamento.

In questo senso va potenziato il ruolo del partito per raccogliere istanze e costituire luoghi di partecipazione attiva alla vita della comunità locale.
Un’attenzione particolare va posta nella costruzione di strumenti di democrazia partecipativa, utili come stimolo, proposta e verifica del lavoro degli amministratori.

L’intento è quello di impostare il lavoro come squadra, dove possano essere valorizzate le sensibilità e le capacità di ognuno. Ciò non può che essere fatto di comune accordo con i tre circoli del territorio, strumenti indispensabili per garantire quella vicinanza alle persone che deve essere la nostra arma vincente.

Documento congressuale del segretario Stefano Veschi (novembre 2010)