domenica 12 giugno 2011

"Questa Italia è contro i giovani"



I GIOVANI IMPRENDITORI A CONVEGNO A SANTA MARGHERITA LIGURE


Quest’Italia è «contro i giovani» ma non bisogna arrendersi ed è necessario alzare la testa: penalizzando le giovani generazioni non si portà ottenere «una robusta crescita economica». È il messaggio lanciato dal presidente dei Giovani Imprenditori, Jacopo Morelli in apertura del 41esimo convegno di Santa Margherita Ligure. «L’Italia non è un Paese per giovani, ma l’obiettivo è diventarlo», ha spiegato, perchè «nulla è più irresponsabile che sprecare una generazione».

«Non ci arrendiamo - ha detto Morelli - a un Paese che non è, e non sembra voler diventare, un Paese per giovani. Non ci arrendiamo dinanzi alle difficoltà e non ci rassegniamo, perchè abbiamo le capacità per affrontare e vincere le grandi battaglie di un mondo globale». Oggi, ha proseguito Morelli, «continuando a penalizzare le nuove generazioni, le loro forze, i loro talenti, sarà impossibile ottenere una robusta crescita economica, condizione indispensabile per garantire un avvenire sereno all’intera nazione». Morelli invita la politica a intervenire: «È necessario rimuovere gli ostacoli, innovare, interpretare la velocità con cui il mondo cambia: sono interventi da porre al centro dell’agire civile e della politica».

La grande questione dell’Italia di oggi, ha detto ancora, «è avere i giovani come i veri protagonisti. Stiamo sacrificando, sull’altare dei diritti acquisiti, i diritti delle nuove generazioni: un lavoro meglio remunerato, un’istruzione al passo con i tempi, una prospettiva di crescita personale e professionale. Stiamo difendendo disparità di trattamento, non giustificabili nè sul piano etico, nè su quello dell’efficienza e della competitività, dimenticando gli equilibri tra le generazioni e lo scambio, consapevole, dall’una all’altra».

Confindustria chiede, in concreto, di abbassare le tasse ai giovani: «Meno tasse significa più risorse disponibili, per consumare o per risparmiare. È così, anche, che si risponde all’ansia di chi deve, in autonomia, costruire il proprio futuro. Un nostro laureato, fra i 25 e i 34 anni, guadagna l’80% della media della retribuzione dei laureati nel loro complesso: nei paesi Ocse è il 90%, nel Regno Unito siamo al 96%».

La realtà, sottolinea Morelli, «non sta migliorando. La disoccupazione giovanile è in crescita: la crisi ha penalizzato i più giovani. In Italia per ogni 5 disoccupati, 4 sono giovani, contro 1,4 in Germania e 2,4 nell’area euro». È impossibile, aggiunge, «ignorare questi aspetti, mentre è allo studio una riforma fiscale. Così come deve esserci spazio per una riduzione delle aliquote a vantaggio delle donne occupate. Sarebbe una scommessa vincente puntare sulla capacità e sul coraggio delle donne».



Fonte: http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/406605/

1 commento:

  1. PECCATO CHE ABBIANO DETTO DI LAVORARE FINO A 70 ANNI... QUESTI CIALTRONI NON SANNO CHE IL LORO LAVORO NON è QUELLO DELLE FABBRICHE! LORO SONO NATI CON LA CAMICIA DEL COMANDO, I FIGLI DEGLI OPERAI CON QUELLA DI FORZA... DEL LAVORO! NAUSEABONDI!

    RispondiElimina