I tagli “radicali e indiscriminati” alle politiche sociali avranno dal 2012 l’effetto di “privare di ogni assistenza il 20% delle persone con disabilita’ del nord, il 30% al centro e il 50% al sud: uno “scenario drammatico che penalizza le famiglie, sovraccaricandole e impoverendole ulteriormente”.
E’ la denuncia di Fand (http://www.fand.it) e Fish (http://www.fishonlus.org) , le due maggiori federazioni rappresentative delle persone con disabilita’ e dei loro familiari, che parlano di un vero e proprio rischio di “emarginazione” per un alto numero di persone fand e fish, anziane o con disabilita’ causato principalmente dai tagli al Fondo per le politiche sociali e a quello per la non autosufficienza.
Le due federazioni, che annunciano l’adesione alla manifestazione nazionale indetta a Roma il 23 giugno prossimo dal Forum del Terzo Settore e dalle associazioni aderenti alla campagna “I diritti alzano la voce”, rilevano che la diminuzione di impegno che l’Italia ha deciso verso il sociale comporta di fatto lo smantellamento del “pur minimo sistema di protezione” assicurato in precedenza, quando il nostro paese, in rapporto al Pil, “stanziava meno della Polonia ed era al passo con la Bulgaria”.
Oggi la situazione e’ ancora peggiore e “gli effetti si sentiranno inclementi sull’emarginazione, sull’impoverimento, sul rischio di istituzionalizzazione”. I presidenti Giovanni Pagano (Fand) e Pietro Barbieri (Fish) fanno notare che dal prossimo anno il Fondo per le politiche sociali sara’ cancellato e nulla arrivera’ alle Regioni; che il Fondo per la non autosufficienza, gia’ stato abrogato dal 2011, non verra’ ripristinato; che il Fondo per il diritto al lavoro delle persone disabili (L. 68/99) sara’ tagliato del 75% e che la riduzione delle risorse sulla scuola sara’ causa di rinnovati gravi disagi per gli studenti con disabilita’. Inevitabilmente, “i dati statistici pubblicati dall’Istat secondo i quali il 25% della popolazione, in Italia, vive un’esperienza quotidiana di emarginazione tenderanno a modificarsi in peggio”. Situazione alla quale si aggiunge la “implacabile, inefficace, costosa e infarcita di toni stigmatizzanti, crociata contro le presunte false invalidita’ che maschera, in modo malcelato, la volonta’ di tagliare le pensioni ai veri invalidi”. Le federazioni parlano di “quotidiane revoche indiscriminate”, con un contenzioso da 400mila cause giacenti con l’Inps, che peraltro “non riesce a gestire adeguatamente l’ordinaria amministrazione”, con “i tempi di attesa del riconoscimento dell’handicap e dell’invalidita’ che si sono ulteriormente allungati”.
Fand e Fish domandano dunque i ripristini dei fondi sociali (o almeno l’introduzione normativa di una quota di riserva sul prelievo fiscale di regioni e comuni e sul cosiddetto Fondo perequativo del federalismo fiscale, da destinare alla non autosufficienza), l’emanazione dei Livelli essenziali di assistenza sociale, la garanzia dell’integrazione scolastica, la revisione della normativa in tema di invalidita’.
Fonte: Dire
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