In Italia la media dei quindici-ventiquattrenni occupati come artigiani e operai è superiore a quella europea. E il nostro paese ha il record negativo degli under 35 con incarichi dirigenziali. Cresce invece il ruolo imprenditoriale dei minori di 29 anni
ROMA - Tornano a fare gli operai e gli artigiani i ragazzi italiani. In nessuno dei grandi paesi europei i giovani svolgono così spesso lavori manuali. Il 42,5% dei lavoratori tra 15 e 24 anni e il 36% di quelli tra 25 e 34 fa un'attività artigianale, operaia o non qualificata. Più di quattro punti sopra la media dell'Unione Europea, secondo l'Indagine conoscitiva del mercato del lavoro del Censis.
Le professioni non qualificate sono le uniche a crescere dal 2007 al 2010, mentre la crisi si fa sentire sempre più forte salendo lungo la scala gerarchica. Diminuiscono del 25,8% i giovani occupati come operai, del 19,2% le professioni tecniche ("che pure sono le più richieste dal mercato", osserva il Censis), addirittura del 34,9% i funzionari e i professionisti.
Così oggi l'Italia ha il record negativo di under 35 con incarichi dirigenziali, che riguardano il 14,6% dei giovani e il 3,5% dei giovanissimi (la media Ue è del 24,2% e del 7,0%).
E' frequente l'accusa ai ragazzi di rifiutare il lavoro manuale, ma "l'Italia è il primo dei grandi paesi europei per presenza giovanile nell'industria, e in particolare nel manifatturiero - scrive il Censis - e il settore assorbe complessivamente il 31,6% degli occupati di età compresa tra 15 e 24 anni e il 30,8% di quelli tra 25 e 39 anni". Al contrario, sono molti meno che nei paesi vicini i giovani lavoratori dei servizi, e in quest'ambito si concentra il maggior peso della precarietà. Il terziario dà lavoro infatti a poco più del 65% dei ragazzi, ma è all'origine del 73% dei contratti atipici.
Paesi come la Germania, la Gran Bretagna o la Francia, offrono oggettivamente più speranze di carriera. Per esempio in Inghilterra più di un lavoratore su tre tra i 25 e i 34 anni ha incarichi dirigenziali (in Italia meno di uno ogni sei), e il numero di ragazzi che lavorano nell'arte, nello sport o nell'intrattenimento è il doppio che da noi. Lo stesso discorso vale per medici e infermieri.
Se c'è un ambito nel quale i ragazzi italiani sono i primi della classe in Europa è quello dell'imprenditorialità e della libera professione. Il tasso di lavoratori autonomi tra i 25 e 34 anni è più del doppio che in Francia, Germania o nel Regno Unito, il 22,5%. Anche in questo campo, però, la tendenza è negativa: tra il 2005 e il 2010, le imprese guidate da giovani con meno di 29 anni sono diminuite del 18,4%, quasi cinque volte il dato di tutte le imprese del paese (-3,7%)
repubblica.it
Nessun commento:
Posta un commento