domenica 8 maggio 2011

Confindustria, applausi per l'ad di Thyssen: VERGOGNA!

Marcegaglia: «A rischio gli investimenti esteri»
Thyssen, Governo ribadisce all'ad la centralità di Terni

L'ad di Thyssen Espenhahn durante il processo di Torino
C’era anche l’ad di Thyssen Harald Espenhahn alle Assise a porte chiuse di Confindustria, volute da Emma Marcegaglia, che si sono tenute sabato pomeriggio a Bergamo. E per lui, come spiega il numero uno di Confindustria in una conferenza stampa a margine dell’appuntamento, la platea degli imprenditori ha riservato un’ovazione. «Il suo intervento – ha detto Marcegaglia – è stato molto applaudito». Impossibile non parlare della storica sentenza di Torino e dei timori ad essa connessi: «C’è il nostro totale e assoluto impegno – ha detto Marcegaglia – sulla sicurezza sul lavoro. Dalle Assise c’è stato un grande applauso all’ad di Thyssen perché la condanna a 16 anni e mezzo per omicidio volontario rappresenta un unicum in Europa. E’ stato considerato alla stregua di un assassino. Se dovesse prevalere questo allontanerebbe gli investimenti esteri dall’Italia».

La sentenza Il manager è stato condannato a 16 anni e mezzo, insieme con altri sei dirigenti dell’azienda, dalla Corte d’Assise di Torino per il rogo del 6 dicembre 2007. Subito dopo la sentenza il presidente della Thyssen Italia, Klaus Schmitz, aveva chiesto a Confindustria di rappresentare l’azienda e reagire alla sentenza. Schmitz aveva auspicato «una riflessione su queste condanne. Siamo regolarmente associati a Confindustria e abbiamo bisogno di avere garanzie per il nostro futuro. Confindustria ci deve rappresentare, deve reagire a questa sentenza. Dall’associazione degli industriali italiani ci aspettiamo tutela e passi ufficiali». Tutela che è arrivata nella tarda serata di ieri con le parole di Marcegaglia. Ieri a chi gli ha chiesto se fosse venuto a Bergamo per quelle tutele e quei passi ufficiali, l’ad risposto: «Certo». Nessun riferimento invece, almeno ufficialmente, al maxi-piano di ristrutturazione della multinazionale che potrebbe anche significare la messa in vendita dello stabilimento di Terni. In campo però sarebbe essere entrato il Governo, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta che avrebbe ribadito in un colloquio, secondo quanto riportato dal Giornale dell’Umbria, la centralità del sito ternano proprio all’ad Espenhahn.

Rapporti tesi L’appuntamento di Bergamo è arrivato in un momento delicato nei rapporti tra Governo e mondo dell’industria, forse mai stati così tesi negli ultimi anni, e per la vita stessa della confederazione, giunta a un punto di svolta dopo gli «strappi» della Fiat che hanno prodotto qualche mal di pancia nella base. Malumori che hanno trovato spazio su Twitter, dove un anonimo «uccellino» blu a firma «limprenditore» ha riversato le insoddisfazioni di una parte della base. «La maggior parte degli interventi sono confusi e noiosi – ha scritto l’anonimo e presunto imprenditore – meglio non ci siano giornalisti a sentire questa roba. Le proposte sono poche».

Idv all’attacco La difesa netta dell’ad tedesco non è però piaciuta all’Idv: «Le banalità pronunciate dalla Marcegaglia sulla Thyssen – attacca il responsabile nazionale Welfare e Lavoto Maurizio Zipponi – presuppongono che il presidente di Confindustria non abbia letto la sentenza. Se l’avesse fatto, infatti, si sarebbe vergognata di certe gravissime affermazioni». «Nel caso specifico della Thyssen – prosegue - i giudici hanno accertato che i vertici dell’azienda non investirono scientemente sugli impianti per evitare che si consumassero drammi umani come quello di Torino. La condanna dell’ad della Thyssen è sacrosanta». «Utilizzare quella sentenza per motivare l’eventuale assenza di investimenti esteri in Italia – conclude Zipponi – è un modo per coprire la propria impotenza di fronte alle sfide globali che le imprese italiani devono affrontare mettendo sul piatto investimenti nell’innovazione e nella ricerca senza prescindere dalla sicurezza sul lavoro e dal rispetto della vita umana».

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