Dal sito di Salvatore Vassallo (http://www.salvatorevassallo.it/interventi/convegni-e-conferenze-stampa/574-un-decalogo-per-le-citta) copio e incollo questa proposta, che nasce da DEMOCRATICA, la scuola di politica promossa da Walter Veltroni. Chiaramente la mia idea sarebbe quella di confrontare le proposte per gli altri territori e le altre città, con quello che stiamo facendo e quello che vorremmo fare per il nostro territorio e la nostra città.
Le elezioni del maggio 2011 hanno assegnato alle nuove amministrazioni una speciale responsabilità: corrispondere a.grandi aspettative conrisorse sempre più scarse. Il voto è stato un atto liberatorio contro la decadente fase terminale del berlusconismo e ha espresso una richiesta esigente di serietà, di sobrietà e di cambiamento che le nuove amministrazioni di centrosinistra devono onorare con una politica trasparente, capace di ascoltare i cittadini e decidere guardando al futuro, capace di fare meglio con meno. Il decalogo è una sintesi degli impegni prioritari elaborati alla luce del seminario di Democratica del 22 luglio che potrebbero tradursi in iniziative delle giunte comunali e in proposte legislative da assumere in sede parlamentare.
1. ISTITUZIONI • Istituire le città metropolitane prima delle prossime elezioni provinciali, termine superato il quale rinunciare a dibattere futilmente dell’argomento. Prima di definirne il perimetro, identificare funzioni ad esse conferite - aggiuntive rispetto alle attuali province, tra cui l’adozione di uno strumento di pianificazione urbanistica e della mobilità unitario - in grado di produrre una effettiva e percepibile semplificazione per i cittadini e le imprese. Fare in modo che il passaggio alla città metropolitana implichi un alleggerimento ed una maggiore efficacia delle strutture politico-amministrative, stabilendo che gli attuali consigli provinciali vengono sostituiti da assemblee di amministratori comunali e promuovendo contestualmente una razionalizzazione del tessuto dei piccoli comuni attraverso unioni o fusioni che portino la soglia dimensionale minima delle unità amministrative di base attorno ai 10.000 abitanti. Approvare la Carta delle autonomie locali in coerenza con questi indirizzi, istituire un Comitato interministeriale per le politiche urbane e affidare una delega specifica ad un Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
2. FINANZA • Istituire la Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, riequilibrare il peso delle manovre economiche tra ministeri centrali e autonomie territoriali, modificare il decreto legislativo sul fisco municipale per dare certezza di risorse ed effettiva autonomia impositiva alle comunità locali.
3. WELFARE • Sostenere il welfare di comunità, le azioni di contrasto all'esclusione sociale, l'integrazione degli immigrati stranieri regolari e le politiche per la sicurezza. Ripensare al sistema dei servizi e delle prestazioni incentivando il protagonismo dei cittadini, promuovendo e mettendo in valore il capitale sociale esistente. Promuovere ladomiciliarità utilizzando le risorse pubbliche secondo il principio disussidiarietà per sostenere l'iniziativa e la disponibilità del privato sociale e del volontariato. Valorizzare il Bilancio sociale come strumento non soltanto di rendicontazione ma di misurazione del valore sociale dei servizi e delle prestazioni e quindi d’indirizzo rispetto ai Piani di zona.
4. LAVORO • Creare ecosistemi urbani che favoriscano lo sviluppo e l'occupazione, soprattutto per i giovani e le donne, con misure a sostegno delle imprese che investono in ricerca e innovazione, seguendo gli obiettivi della strategia Europa 2020.
5. TERRITORIO • Una nuova legge di principi sul governo del territorio dovrà riaffermare il ruolo della pubblica amministrazione come soggetto responsabile della pianificazione territoriale e della costruzione delle politiche urbane. Obiettivo prioritario deve essere una drasticalimitazione del consumo di suolo, perseguita tramite unariqualificazione urbana diffusa e incentivata sul piano fiscale (sia nelle aree centrali, sia nelle periferie), anche attraverso vincoli e incentivi all’adozione di elevati standard antisismici e di risparmio energetico. No ai condoni edilizi e lotta alla piaga dell'abusivismo.
6. AMBIENTE • Impegnarsi, in ciascuna area metropolitana, a raggiungere i traguardi della strategia ambientale europea 20-20-20: ridurre le emissioni di CO2, aumentare l'efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili (eolico, biomasse, fotovoltaico). Investire in un nuovo rapporto fra centro urbano e campagna sostenendo lo sviluppo di attività agricole di prossimità (km 0) e nuove forme di economia verde per la manutenzione e la cura del territorio, l’efficienza e la sostenibilità del ciclo dei rifiuti, lo sviluppo delle rinnovabili.
7. TRASPORTO • Investire nelle infrastrutture di trasporto pubblico (bus, servizi ferroviari di bacino, tranvie, metropolitane) e nella mobilità sostenibile. Progettare la mobilità in chiave di area metropolitana, tenendo conto dei flussi che convergono verso il capoluogo per esigenze di studio o lavoro. Prevedere pedonalizzazioni di aree dei centri storici a valle (e non a monte) del progetto di mobilità, considerando sia le esigenze di migliore vivibilità delle aree centrali sia quelle di anziani o disabili, e avendo cura che non contribuiscano alla desertificazione dei centri storici ma che, al contrario, restituiscano ai cittadini e alle attività economiche il pieno godimento degli spazi pubblici.
8. CONOSCENZA • Sviluppare le reti di nuova generazione a banda ultralarga secondo gli obiettivi dell'Agenda digitale europea. Realizzare campus universitari, strutture di edilizia scolastica e sportiva per la formazione dei giovani e la ricerca. Valorizzare il patrimonio artistico, i centri storici e le attività culturali come volano di sviluppo delle città.
9. TRASPARENZA • Selezionare i manager pubblici e chi rappresenta il comune negli enti partecipati non solo fissando criteri inequivocabili di competenza e procedure trasparenti per le nomine, ma anche costruendo sistemi di valutazione dei risultati raggiunti di evidenza pubblica per le categorie di operatori e utenti interessati oltre che per i cittadini.
10. PARTECIPAZIONE • Sperimentare nuovi strumenti di partecipazione per consultare i cittadini sulle scelte più rilevanti, facendone un momento costruttivo - e non solo di mera ratifica di decisioni già prese. Lo si può fare rivolgendosi a panel di cittadini attivi a cui viene chiesta la disponibilità ad essere antenne dell’opinione pubblica nei loro mondi professionali e di vita, come nel caso della “banda larga” costituita a Bologna, oppure a panel selezionati scientificamente affinché siano rappresentativi della popolazione, come nel caso delle cosiddettegiurie dei cittadini o del bilancio partecipativo che attribuisce ai cittadini coinvolti la possibilità di allocare una piccola percentuale delle risorse comunali. Altre forme di coinvolgimento che possono essere sperimentate consistono in interazioni tra amministratori e cittadini attraverso il web.
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