venerdì 29 luglio 2011

Il nuovo ministro della Giustizia

Qualcuno gioisce per la scelta del nuovo ministro della Giustizia. Credo proprio che abbia il curriculum perfetto per fare peggio di chi l'ha preceduto. Ecco la presentazione de L'Espresso.






Nell'estate di quattro anni fa, quando stava scontando la sua pena tra gli arresti domiciliari e i servizi sociali, Cesare Previti riceveva a casa sua pochi fedelissimi. Tra questi – insieme a Elio Vito, Iole Santelli e Guido Viceconte - spiccava l'ex giudice Francesco Nitto Palma, che era stato pm in quella procura di Roma nota come 'porto delle nebbie' e dove Previti, appunto, coltivava molte utili amicizie. 

Ma quando andava a cena nell'attico di piazza Farnese, Palma aveva già da tempo dismesso la toga: entrato in Forza Italia alla sua fondazione, nel 1994 era subito diventato vicecapo di gabinetto e direttore dell'ufficio Relazioni internazionali del ministero di Grazia e giustizia con Alfredo Biondi, al tempo del tentato 'decreto salvaladri'. 

La sua nomina era stata una sorta di risarcimento per Previti, a cui doveva andare quel ministero e che invece – come si ricorderà - fu spostato all'ultimo minuto alla Difesa, per intervento di Scalfaro.

Nel 2001 Nitto Palma venne 'promosso' a Montecitorio, ovviamente con Forza Italia, facendosi subito notare per un emendamento che avrebbe imposto la sospensione dei processi per tutti i parlamentari, fino a fine mandato e con effetto retroattivo. In pratica, la piena restaurazione dell'immunità parlamentare, con l'effetto di salvare dai loro processi sia Berlusconi, sia Dell'Utri sia – naturalmente – Cesare Previti.

La leggina non fu mai approvata, ma Palma rimase nel giro giusto, passando nel 2006 dalla Camera al Senato. Questa volta in Lombardia, benché lui sia romanissimo, seppure di origini siciliane.

Nel 2007, a Palazzo Madama, Palma si fece notare per la sua strenua resistenza contro i tagli dello stipendio dei senatori: «E' un grave errore», disse, «andare incontro alla demagogia dell' antipolitica». 


Caduto Prodi, nel 2008, Palma rientrò a Palazzo Madama (da capolista in Calabria, quindi blindatissimo grazie al Porcellum) e divenne sottosegretario agli Interni. 

Al Senato attualmente risulta tra i più assenteisti – meno del 15 per cento di presenze – ma dal Viminale è riuscito comunque a farsi notare sia come falco berlusconiano sia per il suo attivismo istituzionale nella lotta alla criminalità. 

Francesco Nitto Palma è anche autore di romanzi. Il più noto, 'Fatti onore a papà', racconta la storia di un uomo che parla a lungo con un gatto randagio sull'isola Tiberina, a Roma

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