giovedì 24 febbraio 2011

Una sterminata collezione di figurine di palta

C'è il ministro Zed degli esteri (vedere foto) in un governo di centrodestra che, praticamente, non conta nulla e forse non vale nulla.
La circostanza ci è stata ricordata di recente da uno dei rapporti diplomatici diffusi da Wikileaks, nel quale l’allora ambasciatore Ronald Spogli, commentava laconicamente l’influenza e la rilevanza del ministro degli esteri nell’elaborazione della politica estera del paese. Sul rapporto si legge che il capo del governo “rifiuta costantemente i consigli del suo ministro degli esteri, sempre più irrilevante, demoralizzato e privo di risorse”.
Dopo alcuni anni di militanza politica nel partito socialista, mette il piede in tutti i governi dal 1994 a oggi, esclusi i due di centrosinistra. 
Fa il ministro della funzione pubblica e il ministro degli affari regionali. 
Assume l'incarico di Ministro degli Esteri dopo dieci mesi di interim del presidente del consiglio, è il 2001 proprio nel periodo più caldo e cruciale della politica estera mondiale dalla fine della guerra fredda: l’11 settembre, la guerra in Afghanistan, il terrorismo internazionale, l’imminente invasione dell’Iraq. 
Dell'opera del nostro ministro Zed di quegli anni non ci si ricorda nulla. Anzi, una cosa sì: una legge. Che veniva chiamata, appunto come lui. E non ha niente a che fare con la politica estera, trattandosi di una legislazione sul conflitto di interessi – tiepidissima e molto criticata dalle istituzioni europee.
Nel 2004 il governo è nei pasticci: gli alleati sono nervosi e fanno saltare due poltrone, una è proprio quella del nostro innocuo Zed. Al suo posto subentra un ex fascista e futuro traditore, di nome Gianfranco.
Dopo qualche anno passato grigiamente a fare il commissario europeo, nel 2008 viene richiamato a prendere il posto di ministro degli esteri. Il tutto con la consueta irrilevanza. Nell’estate del 2008 la Russia invade la Georgia: muoiono 2000 persone in cinque giorni, nel mondo si parla di una nuova guerra fredda, le diplomazie internazionali lavorano freneticamente per fermare il conflitto, i ministri degli esteri europei si riuniscono d’urgenza. Il ministro Zed è in vacanza alle Maldive e ci rimane: alle riunioni manda il suo vice.
Meno di sei mesi dopo, Israele comincia l’operazione Piombo Fuso: invade e bombarda la Striscia di Gaza, accusando Hamas di aver rotto la tregua con i razzi Qassam lanciati nel sud di Israele. Anche stavolta si mobilitano le diplomazie di tutto il mondo. Zed è di nuovo in vacanza, stavolta a sciare. Nessuna riunione, nessun vertice, nessuna missione. Quando il Tg1 va per intervistarlo, lui si fa riprendere dentro uno chalet, in tuta da neve e col naso unto di crema solare. Parliamo delle due crisi internazionali più gravi degli ultimi due anni: passate entrambe in vacanza.
Nel maggio 2010, Zed lasciò di sasso la diplomazia Europea annunciando che da lì a pochi giorni avrebbe visitato l’Iran: sarebbe stato il funzionario Europeo più elevato di grado a visitare il a paese nei 4 precedenti (ossia dall’elezione di Ahmadinejad). Il Finacial Times sottolineò lo sconcerto delle cancellerie europee, visto che si trattava di una mossa non concordata. Ovviamente Zed fece spallucce e confermò il viaggio. Ma il giorno prima dell’incontro il governo iraniano annunciò che l’indomani a Semnan, sede prevista dell’incontro, sarebbe stato testato un nuovo missile a lunga gittata. Solo a quel punto il prode Zed decise di annullare il viaggio. Fino a settembre 2010 quando i libici spararono a un pescherecco italiano cone le motovedette che Zed aveva donato ed infatti disse: “Hanno sparato in aria”.
E' difficile fare il ministro degli esteri per quattro anni e mezzo, senza metter mano a nessuna iniziativa politica degna di questo nome, nemmeno uno come Baffino è riuscito a fare tanto...


In compenso si potrebbe scrivere un libro con le sue dichiarazioni, le sue battute, meglio se tronfie, roboanti e inutili. Per restare su quelle recenti, un anno fa disse di considerare “suggestiva” l’ipotesi di mettere un crocifisso nella bandiera italiana. A maggio se la prese con Amnesty International, definendo “indegne” le accuse della ong riguardo le espulsioni degli immigrati. Due mesi fa ha detto all’Osservatore Romano che l’ateismo è un “fenomeno perverso” che “minaccia la società al pari dell’estremismo”. Mentre le diplomazie di tutto il mondo affrontavano la grana Wikileaks tentando di minimizzare, di mostrarsi solidi, tranquilli e per nulla indeboliti, Zed strepitava: prima parlava di «11 settembre della diplomazia» e poi, dopo che il suo capo aveva detto invece di essersi semplicemente fatto una risata, diceva che Assange «vuole distruggere il mondo».


Cosa si è costretti a fare, per farsi notare un po’?


Appoggiare un tiranno sanguinario fino all'ora della sua "giusta" capitolazione?


Il ministro Zed si frega le mani per
la gioia d'essere al fianco del famoso
colonnello libico Gheddafi


Ispirato a : http://www.ilpost.it/2010/12/05/frattini-ministro-esteri/



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