giovedì 17 febbraio 2011

"Rosy Bindi candidata premier". MAGARI

"Rosy Bindi candidata premier"
Prodi suggerisce, Vendola aderisce


Siamo la coppia più bella del mondooo… E ci dispiace per gli altriii…». Qualcuno accenna un giro di ballo, suona l'orchestrina, mentre l'inedita coppia di cantanti - la festeggiata, Rosy Bindi, sorridente e tutta di nero vestita, e il leader del Pd, Pier Luigi Bersani - gorgheggia «Una carezza in un pugno» e trascina la platea sulle note di «Bella ciao». Lì, in un clima festoso e rilassato, la festa di compleanno per i 60 anni della presidente del Pd, sabato sera, prima una messa in ricordo di Vittorio Bachelet e poi tutti al Teatro Pinsuti di Sinalunga, prende la parola l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, invitato insieme alla moglie Flavia.

«Tutto il potere a Rosy, perché non lei premier?», scherza sornione, «in determinazione ti batte solo la Albright». Risate dei presenti, gran parte della dirigenza del partito, da Dario Franceschini a Enrico Letta a Giuseppe Fioroni, e amici come il vescovo della diocesi e l'attrice Anna Meacci, che si esibisce in uno spettacolo comico. Sembrava solo una battuta, ma ieri la proposta di candidare la Bindi premier alla guida di una grande coalizione è arrivata seriamente, sulle pagine di «Repubblica» dal leader di Sel, Nichi Vendola. E ha immediatamente suscitato reazioni, soprattutto nel Pd. Se il segretario Bersani si limita alla prudenza, «non mettiamo il carro davanti ai buoi», frena decisamente l'ex ministro Massimo D'Alema, «il nostro candidato premier deve essere concordato con tutti, non imposto da una sola parte», e la veltroniana Giovanna Melandri boccia l'ipotesi, «non credo possa essere la donna che federa un'alleanza da Vendola al Terzo Polo», mentre «Mario Monti potrebbe essere una candidatura forte e autorevole».

Approva l'idea invece il segretario di Rifondazione, Paolo Ferrero, mentre, dall'Idv, Donadi la definisce «una sintesi di assoluto valore tra le diverse culture politiche del centrosinistra», ma chiede un incontro di tutte le forze di opposizione. Mentre lei, la diretta interessata, sottolinea compiaciuta il «passo avanti» di Vendola, «finalmente riconosce che c'è bisogno di una larga coalizione democratica», ma per quanto riguarda la sua candidatura glissa, «lo ringrazio per le parole di stima ma dobbiamo ripartire dalla politica, senza condizionare il nostro confronto con nomi e candidature». Epperò, ieri, a ricordarle la battuta di Prodi, sfuggiva arrossendo: «Devo andare in Aula…». Interrogato sulla proposta, nel pomeriggio, il Professore ha tagliato corto: «Lasciamo stare, io non partecipo assolutamente al totopotere». Quella di sabato sera era solo una battuta fra amici. Vero, eppure ieri tra i deputati democratici non si parlava d'altro.

LASTAMPA

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