giovedì 3 febbraio 2011

tg1, quando il giornalismo diventa inutile

Silvio Berlusconi rilascia un'intervista-monologo al tg1 di Augusto Minzolini: iniziativa economica, riforma dell'art.41 della Costituzione italiana e patrimoniale i temi toccati.
L'articolo 41 è quello che stabilisce che l'iniziativa economica privata è libera (comma 1); dato che il paese "ha bisogno di una scossa", secondo il Presidente del Consiglio occorre modificarlo. "Sarà lecito -dichiara- intraprendere e fare tutto quello che non è espressamente vietato dalla legge senza essere costretti a chiedere prima un'infinità di autorizzazioni come succede ora". L'obiettivo del resto è ambizioso: arrivare a un incremento del pil del 3%, magari anche 4%, nei prossimi 5 anni (perchè no, 6, 7%, che si aggiungerebbe al milioni di posti di lavoro).
Il giornalista non glielo fa presente, ma se l'iniziativa economica per la Costituzione è già libera, a cosa serve allora un'eventuale modifica? Probabilmente l'ostacolo è nei commi successivi dell'art. 41: l'iniziativa economica non si deve porre in contrasto con l'utilità sociale né può recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana (comma 2); la legge quiindi "determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali" (comma 3).
Fino ad ora -prosegue il premier- troppi vincoli hanno creato una sorta di "Medioevo burocratico intorno alle imprese"; per la rivoluzione liberale occorre "liberare l'Italia dalla mentalità statalista che ostacola gli investimenti, che distrugge ricchezza e lavoro".
Infine, conclude il premier, il problema principale è il debito pubblico ereditato dai governi del passato, debito moltiplicato otto volte dal 1980 al 1992 dalle vecchie forze politiche "con i comunisti in primo piano". Queste forze ora si stanno coalizzando e hanno in mente la solita, stessa idea: tassare gli italiani, "e questa volta lo vogliono fare con una gigantesca imposta patrimoniale sugli immobili che rappresentano la ricchiezza dell’85 per cento delle famiglie italiane".
Tralasciando il particolare che dal 1980 al 1992 i comunisti sono sempre rimasti fuori dalla coalizione di governo a causa della conventio ad excludendum, Bersani ha dichiarato che il Pd è contrario alla patrimoniale e che, anzi, è proprio la bozza Calderoli sul federalismo a prevederla per le piccole imprese. FOrse il giornalista avrebbe potuto far notare anche questo.

da net1news

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