giovedì 3 marzo 2011

Amministrative il 15 e 16 maggio:niente election day con i referendum. CHE LA DEMOCRAZIA ABBIA I SUOI COSTI, è "GIUSTO", MA CERTI SPRECHI NO!

Per le consultazioni sulla privatizzazione dell'acqua e il ritorno all'energia nucleare, il responsabile del Viminale ha detto di essere orientato per la data del 12 giugno. Il Pd e l'Idv all'attacco: "Si buttano soldi. E hanno paura degli elettori"
ROMA - "Ho comunicato al consiglio dei ministri la decisione di firmare nei prossimi giorni il decreto per l'indizione delle elezioni amministrative il 15 e 16 maggio". Sono le parole del ministro dell'Interno Roberto Maroni al termine del Consiglio dei Ministri. Per i referendum, il responsabile del Viminale ha detto di essere orientato per la data del 12 maggio, impedendo quindi l'election day come richiesto dai comitati promotori dei quesiti sul legittimo impedimento, la privatizzazione dell'acqua e il ritorno all'energia nucleare.

"Il decreto di indizione dei comizi elettorali riguarda le amministrative, il referendum e' un'altra cosa - ha sottolineato il responsabile del Viminale - Si può svolgere entro il 15 giugno, è una decisione che spetta al Consiglio dei Ministri. Io sono favorevole a svolgere il referendum l'ultima domenica utile, il 12 giugno, secondo la tradizione che vede sempre distinte le votazioni, anche perché nel referendum e' previsto il quorum. Proporrò al Cdm di seguire questa indicazione".

Il Pd all'attacco. Per Dario Franceschini, capogruppo alla Camera dei democratici, "così buttano dalla finestra 300 milioni di euro, in un momento di grave crisi per le imprese e le famiglie italiane. Si fa questo per impedire di far raggiungere il quorum al referendum sul legittimo impedimento. Il Pd - aggiunge - ha già presentato una mozione che impegna il governo ad accorpare amministrative e referendum. La mozione presto verrà votata alla camera e lì si vedrà chi ha a cuore gli interessi dei cittadini e chi pensa solo ai processi di Berlusconi".

Idv: "Rubano 350 milioni agli italiani". "Votare per il referendum il 12 giugno e non il 29 maggio insieme alle amministrative è uno spreco enorme di soldi pubblici, un furto di 350 milioni di euro agli italiani". Lo dice in una nota il presidente del gruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. "Le parole di Maroni sono molto gravi ed evidenziano due cose: la prima è la paura dei referendum, la seconda è l'irresponsabilità di chi, in piena crisi economica, sperpera denaro dei cittadini". Poi parla anche Di Pietro. Secondo il quale "il governo è impaurito, truffaldino e anche un pò ladro poichè, decidendo di mandare a votare gli elettori una settimana dopo l'altra, spende il doppio dei soldi quando, invece, potrebbe concentrare il tutto nella stessa settimana". "L'unico scopo - continua il leader Idv - è impedire ai cittadini di andare a votare una sola volta e raggiungere così il quorum su tre temi fondamentali: l'acqua, il ritorno al nucleare e, soprattutto, il legittimo impedimento".


Il comitato 29 maggio: "No a trucchi". "La consultazione referendaria si svolga il 29 maggio, il governo non tenda trappole". Il comitato 'Io voto il 29 maggio' ribadisce il suo appello contro "lo sperpero di denaro pubblico" e per garantire "la massima partecipazione democratica, come previsto dalla Carta Costituzionale". Il sito www.iovotoil29maggio.it 1 ha raggiunto in poco più di una settimana oltre 100mila visite, con quasi 10mila adesioni all'appello online. Hanno aderito tra gli altri Antonio Di Pietro, Rosy Bindi, Nichi Vendola, Angelo Bonelli, Leoluca Orlando, Fabio Granata, Antonino Lo Presti, Antonio Misiani, Stefano Rodotà, Salvatore Borsellino, Articolo 21, Marco Travaglio, Dario Fo, Franca Rame, Concita De Gregorio, Gioacchino Genchi, Gianni Rinaldini, Gianfranco Mascia, Bruno Tinti, Milva, Dario Vergassola, Vincenzo Vita, Anna Finocchiaro.

LAREPUBBLICA

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