venerdì 5 agosto 2011

Se questo è il nuovo del pd

È uno dei pochi, tra i giovani dirigenti del Pd, che sia riuscito a forare il muro dell’invisibilità. Matteo Orfini (nella foto), responsabile Cultura e Informazione, è cresciuto all’ombra di Massimo D’Alema, ma non ha mai rinunciato a smarcarsi. Anche clamorosamente, ad esempio ai tempi del referendum di Mirafiori, prendendo una posizione vicina alla Fiom, in netto contrasto con Chiamparino e Fassino, ma anche con l’attendismo di Bersani e il moderato marchionnismo dello stesso lìder maximo. Ora, dopo una incandescente diretta a È la stampa bellezza (web-tv del Fatto) rilascia un’intervista che farà discutere.
Orfini, il Pd sembra seduto sulla riva del fiume, ad attendere un cadavere che non passa…
È un errore. Finita la fase berlusconiana dobbiamo riflettere sulla nostra storia recente e mettere a fuoco, finalmente, anche le ragioni delle recenti sconfitte.
A quali ti riferisci?
Ad esempio alla fine del governo Prodi. Se ci presentassimo agli elettori con l’idea di un Prodi-tris, faremmo un errore tragico.
Perché?
Uno dei motivi della sconfitta è stato il presupposto culturale e politico su cui si è fondato il centrosinistra.
Quale?
Tutto si reggeva su tre cardini: che il liberismo fosse di sinistra, che la flessibilità rispondesse al problema della disoccupazione giovanile e che la riduzione del costo del lavoro producesse più occupazione. È accaduto esattamente il contrario.
Sembri uno della sinistra radicale.
No. Sto parlando come un moderno riformista dovrebbe parlare.
Spari sul tuo quartier generale?
Ho molto rispetto per una generazione che ha dovuto prendere decisioni difficili in anni difficili. Ma vorrei anche sfatare il mito della ‘mejo classe dirigente’ della sinistra.
Sento odore di eresia…
Il governo Prodi ha avuto il merito di portarci nell’euro. Ma dopo i governi del centrosinistra hanno comunicato un’idea profondamente sbagliata.
Quale?
Quella secondo cui essere di sinistra voleva dire sostenere cose di destra.
Stai parafrasando il Moretti più antidalemiano?
Le leggi che hanno balcanizzato il mondo del lavoro portano la firma di Tiziano Treu. Un ministro di sinistra.
Stai diventando un rottamatore?
Sei impazzito? . Se c’è qualcosa di molto vecchio, sono proprio i giovani che hanno detto: ‘Con Marchionne, senza se e senza ma’.
Ogni riferimento a Matteo Renzi è puramente casuale?
(Ride). Proprio lui.
Eppure anche tu poni dei vincoli di rinnovamento…
Faccio un ragionamento politico. Uno che ha fatto per due volte il ministro non può pensare di farlo una terza.
Provi a liberare il campo con le pregiudiziali di incompatibilità?
Si parla di Letta, Bindi, Franceschini, Finocchiaro e Marino come possibili ministri. L’unico nuovo è Marino. Un po’ poco per voltare pagina.
Quando dici che l’analisi della sconfitta è sbagliata cosa intendi?
L’Ulivo non è finito per i litigi.
Perché, allora?
Per quello che abbiamo detto prima. Erano i governi del patto con l’establishment.
Adesso dai ragione a Berlusconi sui “poteri forti” della sinistra?
Non c’è bisogno di Berlusconi per dire che la privatizzazione delle ferrovie, per esempio, è stata finta, un regalino a Montezemolo.
E oggi?
Quei poteri sono sempre lì, e sognano un governo tecnico.
Non ti piace l’idea?
Alimenterebbe l’idea, se posso citare De Gregori ‘Tutti sono uguali/ tutti rubano alla stessa maniera’. Vorrebbe dire privatizzare Enel, Eni e Finmeccanica, le uniche aziende che rendono l’Italia un paese serio.
Critiche anche a D’Alema?
Al contrario di quello che si dice, ama circondarsi di persone che pensano con la loro testa.
Veto anche su Bersani ministro?
Bersani è il candidato premier.
Nuovi dirigenti papabili?
Chi miglior ministro del lavoro di Fassina? E Zingaretti? E che dire di Enrico Rossi, governatore della Toscana?
Esiste ancora la guerra con i veltroniani?
Io credo che il Lingotto si fondasse su un’idea sbagliata: un impianto liberista che è l’esatto contrario di quello che ho detto. Possiamo dire che Ichino considera nuove idee vecchie di venti anni?

PS: il titolo l'ha messo Luca Telese, mi permetto di concludere il periodo ipotetico: Se questo è il nuovo del pd, forse il vecchio non era tanto male...

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