venerdì 5 agosto 2011

Bocci e Verini sulla situazione delle carceri, dopo l'ultimo tentativo di suidicio nel carcere perugino di Capanne

Dopo il suicidio del 36enne di Rieti, nuovo tentativo di togliersi la vita all’interno del carcere di perugino di Capanne: stavolta un tunisino ingerisce una lametta. In visita i due deputati del Pd, Walter Verini e Gianpiero Bocci, lanciano l’allarme e contattano il neo ministro Nitto Palma.
Tentato suicidio Dopo l’ultimo suicidio a Capanne, nella serata di mercoledì un detenuto tunisino di 24 anni ha tentato di togliersi la vita ingerendo lamette da barba. Il giovane è stato accompagnato dal carcere di Capanne all’ospedale Santa Maria della Misericordia e, dopo le prime medicazioni in chirurgia, non è stato ricoverato in gastroenterologia perché la cena che aveva ingerito ha evitato danni gravi all’apparato digerente. Anche un altro detenuto avrebbe inoltre tentato di bruciarsi.
I numeri A far visita nella mattinata di giovedì al penitenziario umbro, i deputati del Pd Bocci e Verini, denunciano una situazione ogni giorno più drammatica: «A Capanne – hanno detto in conferenza stampa – oggi nella sezione maschile ci sono 461 detenuti (compresi 6 disabili) a fronte di una capienza di 406 e, in quella femminile 83 detenute a fronte di 59 posti. Nella sezione maschile in circa 22 celle il terzo detenuto dorme con un materassino di gommapiuma di pochi centimetri poggiato a terra, mentre tra le donne ci sono celle con 6 detenute». Un quadro reso ancora più complicato dal fatto che il 65% dei detenuti è extracomunitario, con gruppi etnici e religiosi spesso in contrasto, molti detenuti sono tossicodipendenti e la metà è in attesa di giudizio (come il reatino che si è tolto la vita).
Un agente per 100 detenuti A fronte di questo, sui 379 agenti di polizia penitenziaria previsti, a Capanne ce ne sono 241. «E’ soprattutto grazie a loro, ai volontari, alla direzione del carcere, che la situazione è grave ma non ancora esplosiva – hanno rimarcato i due deputati del Pd – ma occorre subito fare qualcosa perché le condizioni di vita dei detenuti e di lavoro del personale sono davvero difficili. Certe notti c’è un solo agente per cento detenuti». Per questo Verini ha contattato il nuovo ministro Francesco Nitto Palma per chiedergli di fare qualcosa presto. «Dove è finito il piano carceri? Non si è mosso un mattone – denuncia il deputato altotiberino – noi continueremo a fare qualcosa per migliorare la situazione».
Discariche sociali «Aumentano i detenuti e diminuiscono gli operatori – ha aggiunto Bocci – con la forzata assenza di rieducazione e pertanto un forte disagio sociale: sembra che le carceri siano diventate discariche sociali». E, in queste condizioni aumentano gli atti di autolesionismo. «Togliere le bombolette e gli accendini e dotare i detenuti di fornelli elettrici già potrebbe limitare le possibilità di farsi del male, specie tra i più disperati», dice Bocci.
Cercasi attrezzature sportive Un altro aspetto su cui sono stati stimolati i parlamentari nel corso della visita è la carenza di materiale ricreativo: «Abbiamo già scritto al Coni per chiedere una rete di pallavolo e altre attrezzature – hanno detto – ma lanciamo un appello anche alle federazioni sportive e ai privati perché donino quello che possono: un pallone o una cyclette possono evitare gesti estremi perché tengono occupati i detenuti, danno uno scopo alla loro giornata».

1 commento:

  1. Ci sono poche parole per definire la schifezza in cui versano i detenuti per inadempienza ed alla latitanza del governo, compreso tutto l'arco istituzionale.Da diverso tempo mi domando cosa si aspetta a mettere in atto un'altro indulto (5 dopo) in attesa che le parti governative decidono finalmente di mettere ordine nella giustizia ed in specialmodo nell'ordinamento penitenziario, sempre calpestato. Sono in linea con i molti che considerano il carcere solo punizione, per alcuni reati possono essere applicate altre forme alternative, come il pagamento del danno arrecato se il detenuto è privo della necessarias finanza,credo che ciò avvenga nel 99,9%, in carcere non esistono benestanti o ancora meglio milionari, ci sono solo straccioni e disperati con famiglie che non sanno come dare da mangiare ai loro bimbi,tutto questo mi fa schifo, i soggetti predisposti a questo compito non fanno nulla anzi in alcuni (direi Tanti)casi cercano di scaricarsi del problema lasciando i poveri cristi in balia della malavita che interviene,assistendo in cambio di obbedienza. Una triste considerazione, povera Italia, hai messo la testa sotto la sabbia, i detenuti saranno anche solo 100.000 ma dimentichi quelli che ci stanno intorno che perdono i loro riferimenti, specialmente nella prima fase della crescita. Svegliati e provvedi

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