venerdì 28 gennaio 2011

mentre Frattini discute di Montecarlo, il mondo si ribella allo status quo tirannico

Muhammad Mustafa El Baradei, diplomatico egiziano, ex direttore dell'AIEA, ex premio Nobel e candidato dell'opposizione, sarebbe stato arrestato dalla polizia egiziana. La notizia sta rimbalzando sui social network, a cominciare da Twitter. Il governo da stanotte ha oscurato Internet. L'ex premio Nobel sarebbe stato imprigionato nella Moschea per impedirgli di unirsi ai manifestanti.
Le forze dell'ordine in divisa si tolgono le uniformi per unirsi ai dimostranti. Altri poliziotti in borghese pestano la folla.
La popolazione cairota al risveglio ha dovuto constatare che nella capitale egiziana i servizi via Internet erano fuori uso, con ogni probabilità per ordine delle autorità in vista delle nuove proteste di piazza dopo le tradizionali preghiere del venerdì festivo islamico.

Testimoni citati da Al Jazeera hanno riferito che in piazza Tahrir ci sono morti. Secondo l'emittente il primo bilancio del «venerdì della collera» starebbe di un morto e decine di feriti. Almeno 70 persone sono rimaste ferite negli scontri scoppiati a Suez, a 100 a est del Cairo. Tra i feriti ci sono almeno 55 manifestanti colpiti da proiettili di gomma e 15 agenti di polizia colpiti da pietre lanciate dai dimostranti. Negli scontri di ieri, sempre a Suez, erano morti tre manifestanti.

La mancata disponibilità del web è stata denunciata da più parti: da singoli utenti, ma anche dai gestori dei principali alberghi cittadini. Sembra inoltre che il medesimo fenomeno si sia verificato in molte altre zone del Paese nord-africano. I dimostranti si sono ampiamente serviti del passaparola on-line per organizzare le manifestazioni dei giorni scorsi. Il governo dal canto suo aveva smentito di aver bloccato l'accesso ai social network quali Facebook o Twitter e ad altri siti, sostenendo invece di avere pieno rispetto della libertà di espressione.

La protesta, nonostante la censura, va in onda sui social network. Centinaia di persone stanno comunicando su Twitter e fornendo istruzione per aggirare la censura di Stato.


Mentre l'Egitto attende con il fiato sospeso le nuove manifestazioni preannunciate in occasione della tradizionale giornata festiva islamica del venerdì, le forze di sicurezza hanno arrestato durante la notte almeno una ventina di attivisti dei Fratelli Musulmani, principale forza di opposizione: lo ha reso noto il loro avvocato, Abdel-Moneim Abdel Maqsoud, secondo cui si potrebbe in realtà trattare di un numero anche più elevato, giacchè «è difficile calcolare la cifra esatta», ha affermato. Tra gli arrestati ci sono pure cinque ex deputati e tre portavoce del movimento islamico: Essam El-Eriane, Mohammed Moursi e Hamdy Hassan; i primi due sono altresì membri dell'ufficio politico del partito, del quale sono finiti in manette ulteriori tre componenti.

da l'Unità

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