giovedì 5 maggio 2011

Il buon Calearo, il genio politico Veltroni!

“Calearo è un grande industriale Veneto, che incarna quello che è il progetto del Pd, e cioè un patto fra produttori e lavoratori per la crescita del Paese. Sento che la Sinistra Radicale parla di lotta di classe dei padroni. Noi abbiamo un’idea diversa.” (Walter Veltroni, Prato, 2 marzo 2008, ANSA)

Se c’era anche solo una possibilità che Veltroni potesse riavviare una discussione interna per rimettere in gioco la segreteria, la nomina di Massimo Calearo, quello che incarnava il progetto del suo Pd, a consigliere personale del Cavaliere sull’export l’ha definitivamente affossata. Con buona pace di tutti i cosiddetti “riformisti”, che poi in realtà riformisti non sono, ma semplicemente reazionari conservatori che hanno sbagliato partito (ma dopo parecchi danni hanno deciso o di andare col Cavaliere o di andare nel Terzo Polo).

Se però Veltroni si fosse limitato a candidarlo, avrebbe potuto fare un mea culpa, chiedere scusa agli elettori per la scelta sbagliata e tanti saluti. Il problema però è che Calearo, fino al 14 dicembre, data in cui ha votato la fiducia al governo, era presente pure come Consigliere nel Cda di Democratica, la fondazione-scuola veltroniana, nata per fare da controcanto a Italianieuropei di Massimo D’Alema. Salvo poi costringerlo alle dimissioni (sì, perché non voleva darle) quando qualcuno si è accorto del suo nome sul sito di Democratica.

Ma ecco anche gli altri “disponibili”, più che “responsabili”, che andranno a fare i sottosegretari: Roberto Rosso (ex Fli) all’Agricoltura, Luca Bellotti (ex Fli) al Welfare, Daniela Melchiorre (Liberal-democratici) allo Sviluppo Economico, Catia Polidori (ex Fli) allo Sviluppo economico, Bruno Cesario (ex Pd, ex Api) e Antonio Gentile (Pdl) all’Economia, Aurelio Misiti (Gruppo Misto) alle Infrastrutture, Riccardo Villari (ex Pd, ex Mpa) ai Beni Culturali, Giampiero Catone (ex Fli) all’Ambiente.

Veltroni definì il suo avvento alla segreteria del Pd, nel 2007, come “la nuova stagione”. A ben vedere, è sempre la vecchia, solo che gli hanno cambiato sigle ed etichette ai partiti. E forse ora manderanno avanti Matteo Renzi, il rottamatore già rottamato dopo le gitarelle ad Arcore che spiegano perché abbia indebolito la leadership del Pd per 2 anni, salvo poi andare in ticket proprio con i castosauri Veltroni e Chiamparino che tanto aveva impallinato. E forse lo voteranno pure.

E sarà come sputare sulla tomba di Enrico, di Sandro e di tutti quelli che sono morti per un ideale.

enricoberlinguer.it

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